Il Comune di Alcamo acquisisce nuovi immobili abusivi per cui i rispettivi proprietari non hanno proceduto all’abbattimento, come da ordinanza. Adesso, come dispone la legge, l’ente locale è diventato il possessore di diritto. Si tratta dell’ennesima operazione contro il mattone selvaggio che si materializza ad Alcamo, città dove le colate di cemento non si sono risparmiate sin dagli anni ’50 specie nella zona costiera.
Nel mirino finiscono due immobili che vengono acquisiti al patrimonio del Comune per l’inottemperanza alla demolizione, essendo scaduti ampiamente i termini di 90 giorni. La polizia municipale ha effettuato le verifiche del caso ed ha verbalizzato la presenza delle opere abusive nonostante le ordinanze già datate emesse dal municipio. In un caso si tratta di un ampliamento al piano terra esistente di 32 metri quadrati, realizzato nei lati nord ed est in muratura con copertura sostenuta in parte da travi in legno e in parte in ferro, con sovrastanti lastre di eternit; ed ancora due tettoie nei lati est ed ovest rispettivamente di 24 e 18 metri quadrati, il tutto allo stato grezzo e realizzato in assenza di concessione edilizia.
L’immobile ricade in zona C/5 a “residenza stagionale rada”, con il solo vincolo sismico. Con l’ordinanza appena emanata dagli uffici della Direzione 1 alla pianificazione urbanistica, l’atto costituisce titolo per l’immissione in possesso, per l’acquisizione delle opere abusive al patrimonio del Comune e per la trascrizione gratuita nei registri immobiliari.
Ancor più consistente l’abuso che è stato individuato in contrada Bosco d’Alcamo/Catanese dove è stato trovato un primo piano di circa 64 metri quadrati, sistemazione esterna, muri in cemento armato e barbecue in muratura delle dimensioni di 6,6 per 1,70 metri lineari con copertura in legno, ed infine una scala di collegamento tra il piano terra e il primo piano.
La parte sottostante, composta da piano terra e piano seminterrato è oggetto di due istanze di condono edilizio tuttora ancora in fase di istruttoria e parliamo di un’area che ricade nel piano regolatore generale in zona “C4” a residenza stagionale con tipologia “case isolate” e all’interno del limite di 150 metri dai corsi d’acqua con vincolo paesaggistico. In questo caso alla proprietaria è stata elevata la sanzione massima di 20 mila euro ed anche in que4sto caso è avvenuta l’acquisizione del bene alla proprietà del Comune.