Gli agricoltori siciliani alzano la voce. Dopo il raduno in quel di Enna, lavoratori ed imprenditori del settore primario si sono ritrovati questa mattina a Poggioreale per un corteo di protesta da realizzare con i propri trattori. I manifestanti si sono riuniti intorno alle 10 al mercato dell’artigianato del comune trapanese. Successivamente, intorno a mezzogiorno, il gruppo si è messo in marcia ed ha percorso tre chilometri a bassa velocità sulla strada statale SS624 Palermo-Sciacca. Fatto che ha comportato alcuni disagi alla viabilità.
Sono circa un centinaio i mezzi che si sono radunati a Poggioreale. Tanti gli agricoltori che hanno partecipato con i propri trattori alla protesta. Qualcuno ha deciso di manifestare però in un modo alternativa, portando sul posto un carretto con a bordo una bara. Sul mezzo è stato attaccato un cartello con scritto “Partito Agricolo”. Una protesta che i manifestanti racchiudono in cinque punti focali. Fra i motivi di dissenso vi sono: “le politiche dell’UE, dell’Italia e della Regione Siciliana che favoriscono la vendita di prodotti non salubri a danno di quelli siciliani; la mancanza di misure concrete a sostegno dell’agricoltura e dell’allevamento, schiacciati da costi di produzione schizzati alle stelle; la svendita dei terreni alle multinazionali dell’energia; l’inserimento di carne sintetica, cibo preparato nei laboratori e di tutti quei prodotti alimentari che, a differenza dei prodotti siciliani, sono nocivi per la salute; lo spopolamento della Sicilia a causa della continua emigrazione di giovani”
Elementi sui quali gli agricoltori hanno manifestato una dura presa di posizione. “Non c’è più tempo per aspettare, dobbiamo agire adesso per far capire ai politici regionali e nazionali che il settore agricolo siciliano è al collasso. Siamo stanchi dei falsi proclami, delle belle promesse fatte solo a voce, adesso vogliamo i fatti. Rivendichiamo la tutela del mercato locale, per garantire cibo sano per i siciliani e per la sopravvivenza di un settore che permette di portare il pane in tavola a decine di migliaia di famiglie in tutta l’isola”, afferma Lorenzo Giocondo, agricoltore locale. Parole a cui si associa anche il giovane collega agricolo Flavio La Bruna. “Il settore agricolo è in ginocchio, costringendo molti a vendere le proprie terre e i giovani ad emigrare all’estero. Pretendiamo investimenti su questo settore, cuore strategico per la Sicilia”. Quella di oggi non sarà l’ultima protesta degli agricoltori. E’ già stato annunciato per lunedì 22 gennaio un sit-in di protesta presso la Prefettura di Palermo.