E’ iniziato davanti il Tribunale di Marsala un processo che vede imputati nove tecnici del Comune con l’accusa di avere consentito a un privato (Manfredo Natale Spadaro, di 53 anni, anche lui imputato insieme al suo tecnico, l’architetto Andrea Pellegrino, di 54 anni) di mantenere, nonostante un’ordinanza di demolizione, opere abusive realizzate nella trasformazione di parti della sua abitazione.
Otto, tra impiegati e dirigenti, sono imputati di abuso d’ufficio, uno invece di falso ideologico. Sono Francesco Angelo Patti, di 64 anni, dirigente del settore Servizi pubblici, Giuseppe Giacalone, di 63, responsabile dell’Edilizia privata, Vito Angileri, di 57, Bernardo Giuseppe Giacalone, di 61, Filippo Maggio, di 62, Giovanni Barraco, di 58, Vincenzo Figuccia, di 62, Alberto Angileri, di 64, e Mario Stassi, di 62. Il caso è relativo ad alcuni lavori effettuati in un’abitazione a due piani di via Trieste (contrada Amabilina) di proprietà del marsalese Manfredo Natale Spadaro, imputato quale “committente delle opere abusive” (trasformazioni strutturali). Spadaro è accusato di abusivismo edilizio. E insieme al suo tecnico, Andrea Pellegrino, anche di falso ideologico. Pubblico ministero è il sostituto procuratore Giulia D’Alessandro.
L’indagine è scattata a seguito della denuncia di una vicina di casa, l’avvocato Valentina Scarrone, figlia del defunto giudice Renato Scarrone (morto diversi anni fa in un incidente stradale) che aveva portato alla parziale demolizione delle opere realizzate, mentre per la restante parte il proprietario aveva avanzato richiesta di sanatoria agli uffici comunali. Nel processo, Valentina Scarrone è parte civile. A rappresentarla è l’avvocato Valerio D’Antoni.
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