• Sono le donne a pagare il prezzo principale delle conseguenze economiche e lavorative della pandemia
  • Il progetto Tumore & Lavoro si prefigge di aiutare a tornare al lavoro le donne che hanno avuto una malattia oncologica
  • Previsti incontri con le aziende e webinar di orientamento per le pazienti

MILANO (ITALPRESS) – In un momento in cui il lavoro è importante per tutti, in Italia non è accettabile che le donne paghino il prezzo principale delle conseguenze economiche e lavorative della pandemia Covid ed in particolare le donne che sono pronte a rientrare a lavoro dopo una malattia oncologica. In questi casi la donna è di fronte ad una grave perdita d’identità personale e contemporaneamente alla perdita del proprio lavoro. E’ proprio su questo cambio d’identità che Tumore & Lavoro si prefigge di creare un modello su un campione selezionato di aziende socialmente sensibili e su un campione di donne pronte a partecipare ai percorsi di orientamento per prendere consapevolezza della necessità di adeguare le proprie competenze ai cambiamenti del mondo del lavoro e alla trasformazione tecnologica accelerata dalla pandemia. L’accordo concluso proprio l’8 marzo tra i partner durerà fino a quando a fine anno sarà completato il ciclo di incontri con le aziende e i webinar di orientamento delle pazienti, grazie ai quali sarà predisposto un modello organizzativo che verrà presentato ai Ministeri competenti (Lavoro, MEF, Salute e Ministero delle attività produttive) e agli enti datoriali e sindacali con i dati e le raccomandazioni sulle modalità operative emerse da questo modello, con l’obiettivo di renderlo applicabile su larga scala.
Rosanna D’Antona, Presidente di Europa Donna Italia, sottolinea che “questo progetto è stato importato da un’analoga interessante esperienza svolta da Europa Donna Olanda che ha prodotto risultati molto soddisfacenti in termini di rinserimento al lavoro. I partner che abbiamo individuato in questo percorso italiano sono quelli che garantiranno il successo dell’iniziativa anche nel nostro Paese”. Riccardo Barberis, Amministratore delegato di ManpowerGroup aggiunge: “Insieme a Europa Donna Italia vogliamo contribuire a creare questo modello con il contributo della nostra divisione Beyond di Manpower Professional e della nostra Fondazione Human Age Institute, che prevede orientamento al lavoro, assessment digitali, colloqui individuali e webinar di gruppo, consapevoli che il lavoro è la chiave per il ritorno alla quotidianità”. Alessandra Paola Ghisleri, CEO presso Euromedia Research, afferma che “la rilevazione dei dati darà uno spessore significativo al modello, in particolare sul cambio dell’identità che la donna ha dovuto subire dal travaglio della malattia fino al passo di decidere il reintegro nel mondo del lavoro. L’accesso alle schede di recruiting delle donne che si sottoporranno al percorso di reintegro, avverrà ovviamente in forma anonima e riprenderà i passaggi principali delle loro storie e delle esperienze percepite”. Lo Studio Fava, nella persona del suo Founding Partner, Gabriele Fava sottolinea l’importanza strategica della presenza delle donne nel mondo del lavoro: “Un contributo, quello femminile, indispensabile sia sul lato professionale sia su quello relazionale. Purtroppo però, la generalizzata mancanza di una corretta informazione e formazione aziendale sull’argomento provoca sempre più spesso atteggiamenti di distacco e discriminazione. Come Studio legale daremo il nostro più ampio supporto al progetto per aiutare il più possibile la donna, che abbia vissuto una tale esperienza, a reinserirsi nel mondo del lavoro in modo proficuo e restitutorio della propria dignità professionale, studiando e ricercando le migliori soluzioni sul piano giuslavoristico”.
(ITALPRESS).