ROMA (ITALPRESS) – “Sogin è la società dello Stato a cui è affidato il compito di smantellare gli ex impianti nucleari italiani e di mettere in sicurezza il combustibile e i rifiuti nucleari. Si occuperà anche della costruzione e della gestione del Deposito Nazionale per i rifiuti radioattivi che provengono non solo dalle passate attività di produzione elettrica ma anche dalle attività sanitarie, di ricerca e industriali”. Lo ha detto in un’intervista all’Italpress Gian Luca Artizzu, Amministratore Delegato di Sogin: “E’ in corso l’iter di localizzazione del sito, all’interno di una delle 51 aree presenti su sei zone del Paese: Piemonte, Lazio, Sardegna, Sicilia, Puglia e Basilicata – ha spiegato in merito al futuro Deposito Nazionale dei rifiuti radioattivi. Ad oggi non è stata fatta nessuna scelta su dove realizzare il Deposito Nazionale dei rifiuti radioattivi e il Parco Tecnologico e non vi è alcuna preferenza verso la Tuscia, o verso una delle altre zone presenti nella proposta di Carta Nazionale delle Aree idonee (CNAI), pubblicata lo scorso 13 dicembre dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica. Una Carta che Sogin ha redatto applicando in modo stringente tutti i criteri tecnici di sicurezza indicati nella Guida Tecnica n. 29 dell’Ispettorato Nazionale per la Sicurezza Nucleare e la Radioprotezione (ISIN) a cui spetterà, peraltro, l’ultima parola nella scelta finale del sito dove costruire il Deposito Nazionale. Il sito avrà delle dimensioni piuttosto modeste, circa 150 ettari con grandi aree verdi. Stiamo parlando di un’opera assolutamente sicura che non creerà nessun problema ambientale e non cederà praticamente niente all’ambiente”. L’iter in corso prevede ora ulteriori passaggi, fra cui l’avvio, da parte del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, della procedura di Valutazione Ambientale Strategica (VAS) sulla proposta di Carta Nazionale delle Aree Idonee.
E sulla sostenibilità ambientale: “La sostenibilità è parte integrante delle nostre attività e i nuovi processi hanno aumentato anche la consapevolezza interna su ciò che facciamo. I risultati e gli impegni del Gruppo Sogin sono rendicontati nel bilancio di sostenibilità, un documento pubblico consultabile da tutti” – ha sottolineato Gian Luca Artizzu – Lavoriamo in modo sostenibile nel senso che, provenendo da un settore, quello nucleare, in cui la sicurezza è una sorta di ossessione, i nostri lavoratori sanno che la mattina devono effettuare determinate misure e caratterizzazioni, devono separare l’oggetto del loro lavoro dall’ambiente circostante, dalla biosfera, e trattarlo come se fosse un qualcosa che appunto non deve cedere nulla, nè al lavoratore stesso nè all’ambiente”.
“Tutti i nostri processi sono improntati a questo, al massimo della sicurezza proponibile – ha ribadito l’AD di Sogin – Tanto che l’evoluzione di Sogin e di questo tipo di lavori, con l’utilizzo dei protocolli di sicurezza nucleare, si sta evolvendo verso il trattamento anche di rifiuti chimici pericolosi. I nostri protocolli sono talmente sicuri che anche la chimica comincia a rivolgersi a noi”.
Per quanto riguarda gli obiettivi UE al 2050 sulla transizione green, l’impatto del nucleare sarà ancora molto importante: “Il sole e il vento non bastano perchè sono delle fonti variabili, pulite sì, ma il nucleare è pulito quanto sole e vento, l’impronta a carbonio del nucleare è addirittura più bassa di quella solare – ha ricordato – Il nucleare ha questa caratteristica, l’uranio è la materia con la massima concentrazione di energia che abbiamo nella nostra tavola periodica degli elementi, un grammo di uranio produce quanto 3.000 tonnellate di carbone, senza però produrre CO2. L’uranio ha la capacità di darci quella base costante di produzione di energia sopra la quale si può installare l’eolico, il fotovoltaico, l’idroelettrico, che sono fonti un pò più variabili. In sostanza – ha aggiunto – è una fonte costante che ci dà la baseline della produzione energetica, che sarà completata dalle energie rinnovabili. Per un certo periodo di tempo è inevitabile l’utilizzo degli idrocarburi”.
Infine, sul progetto che prevede l’apertura degli impianti ai cittadini e alle scuole: “Con l’iniziativa OpenGate, le cui iscrizioni sul sito sogin.it si chiudono il prossimo 22 aprile, apriamo nel fine settimana dell’11 e 12 maggio, i nostri impianti per far vedere quello che facciamo, ma anche per informare la popolazione, soprattutto quella che abita vicino ai nostri impianti, su quanto non siano pericolosi – ha sottolineato l’AD di Sogin, Gian Luca Artizzu – Il nucleare in realtà da tempo non costituisce più un problema tecnico. E’ un problema di comunicazione, di informazione e di confidenza. Bisogna superare l’aspetto emotivo che coinvolge il settore nucleare e fare valutazioni oggettive e scientifiche. Quanto più la gente è confidente e conosce ciò che facciamo, – ha concluso – tanto più si fida del nucleare e di noi e tanto più, come diceva Luigi Einaudi, potrà deliberare conoscendo, e nel nucleare è fondamentale: senza conoscere non si può decidere”.
-foto Italpress-
(ITALPRESS).
E sulla sostenibilità ambientale: “La sostenibilità è parte integrante delle nostre attività e i nuovi processi hanno aumentato anche la consapevolezza interna su ciò che facciamo. I risultati e gli impegni del Gruppo Sogin sono rendicontati nel bilancio di sostenibilità, un documento pubblico consultabile da tutti” – ha sottolineato Gian Luca Artizzu – Lavoriamo in modo sostenibile nel senso che, provenendo da un settore, quello nucleare, in cui la sicurezza è una sorta di ossessione, i nostri lavoratori sanno che la mattina devono effettuare determinate misure e caratterizzazioni, devono separare l’oggetto del loro lavoro dall’ambiente circostante, dalla biosfera, e trattarlo come se fosse un qualcosa che appunto non deve cedere nulla, nè al lavoratore stesso nè all’ambiente”.
“Tutti i nostri processi sono improntati a questo, al massimo della sicurezza proponibile – ha ribadito l’AD di Sogin – Tanto che l’evoluzione di Sogin e di questo tipo di lavori, con l’utilizzo dei protocolli di sicurezza nucleare, si sta evolvendo verso il trattamento anche di rifiuti chimici pericolosi. I nostri protocolli sono talmente sicuri che anche la chimica comincia a rivolgersi a noi”.
Per quanto riguarda gli obiettivi UE al 2050 sulla transizione green, l’impatto del nucleare sarà ancora molto importante: “Il sole e il vento non bastano perchè sono delle fonti variabili, pulite sì, ma il nucleare è pulito quanto sole e vento, l’impronta a carbonio del nucleare è addirittura più bassa di quella solare – ha ricordato – Il nucleare ha questa caratteristica, l’uranio è la materia con la massima concentrazione di energia che abbiamo nella nostra tavola periodica degli elementi, un grammo di uranio produce quanto 3.000 tonnellate di carbone, senza però produrre CO2. L’uranio ha la capacità di darci quella base costante di produzione di energia sopra la quale si può installare l’eolico, il fotovoltaico, l’idroelettrico, che sono fonti un pò più variabili. In sostanza – ha aggiunto – è una fonte costante che ci dà la baseline della produzione energetica, che sarà completata dalle energie rinnovabili. Per un certo periodo di tempo è inevitabile l’utilizzo degli idrocarburi”.
Infine, sul progetto che prevede l’apertura degli impianti ai cittadini e alle scuole: “Con l’iniziativa OpenGate, le cui iscrizioni sul sito sogin.it si chiudono il prossimo 22 aprile, apriamo nel fine settimana dell’11 e 12 maggio, i nostri impianti per far vedere quello che facciamo, ma anche per informare la popolazione, soprattutto quella che abita vicino ai nostri impianti, su quanto non siano pericolosi – ha sottolineato l’AD di Sogin, Gian Luca Artizzu – Il nucleare in realtà da tempo non costituisce più un problema tecnico. E’ un problema di comunicazione, di informazione e di confidenza. Bisogna superare l’aspetto emotivo che coinvolge il settore nucleare e fare valutazioni oggettive e scientifiche. Quanto più la gente è confidente e conosce ciò che facciamo, – ha concluso – tanto più si fida del nucleare e di noi e tanto più, come diceva Luigi Einaudi, potrà deliberare conoscendo, e nel nucleare è fondamentale: senza conoscere non si può decidere”.
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