ROMA (ITALPRESS) – In “sospeso” oltre al ponte c’è anche la decisione sulla sua costruzione. Realizzarlo o non realizzarlo?
A campata unica o a più campate? I parlamentari, riuniti nell’intergruppo a sostegno del ponte sullo Stretto, dopo la relazione del gruppo di lavoro tecnico sull’attraversamento stabile, non accettano perdite di tempo: bisogna decidere subito, per questo hanno chiesto un incontro al presidente del Consiglio Mario Draghi. “Vogliamo chiedere al presidente del Consiglio che inserisca il ponte sullo Stretto nell’ambito delle infrastrutture che devono almeno iniziare i lavori entro questa legislatura”, ha spiegato all’Italpress Silvia Vono, senatrice di Italia Viva e vicepresidente della commissione Lavori pubblici e comunicazioni al Senato. Vono ha ricordato che il ponte “non è stato inserito nel Pnrr” e che la commissione nominata dall’ex ministra De Micheli “in realtà non è stata individuata per decidere se realizzare il ponte o meno, ma per capire quali ipotesi di costruzione fossero possibili. Questo mi sembra un pò prendere tempo. Abbiamo un progetto non cantierabile ma cantierato – ha aggiunto – in quanto era già stato appaltato, per cui sono state investite risorse da parte dello Stato e continuano a sussistere contenziosi. Un progetto frutto di studi da parte di esperti, anche a livello internazionale, che hanno valutato tutte le ipotesi possibili, tra cui quella del tunnel, che poi è stata scartata dalla stessa commissione, e l’ipotesi del ponte a tre campate, che adesso qualcuno come il sottosegretario Cancelleri definisce una proposta innovativa, ma in realtà è stata scartata parecchi anni fa. Capisco che la tecnologia si evolve e quindi c’è la possibilità di fare meglio, però non comprendo perchè non si riprendono le carte e tutte le progettazioni definitive che ci sono”. Sul piano dei finanziamenti, per Vono, “non solo le risorse disponibili dall’Europa ma anche quelle che sono nelle casse dello Stato, al ministero del Sud e al ministero delle Infrastrutture, possono essere utilizzate”. Questo per realizzare l’opera “non tanto come infrastruttura ingegneristica che da sempre ha dato lustro all’Italia, ma per quanto riguarda l’indotto economico e sociale che porterebbe: avremmo 11 mila assunzioni dirette e 107 mila nuove assunzioni, con un incremento dello 0,5% del tasso di occupazione nazionale e un aumento del Pil italiano”.
(ITALPRESS).
A campata unica o a più campate? I parlamentari, riuniti nell’intergruppo a sostegno del ponte sullo Stretto, dopo la relazione del gruppo di lavoro tecnico sull’attraversamento stabile, non accettano perdite di tempo: bisogna decidere subito, per questo hanno chiesto un incontro al presidente del Consiglio Mario Draghi. “Vogliamo chiedere al presidente del Consiglio che inserisca il ponte sullo Stretto nell’ambito delle infrastrutture che devono almeno iniziare i lavori entro questa legislatura”, ha spiegato all’Italpress Silvia Vono, senatrice di Italia Viva e vicepresidente della commissione Lavori pubblici e comunicazioni al Senato. Vono ha ricordato che il ponte “non è stato inserito nel Pnrr” e che la commissione nominata dall’ex ministra De Micheli “in realtà non è stata individuata per decidere se realizzare il ponte o meno, ma per capire quali ipotesi di costruzione fossero possibili. Questo mi sembra un pò prendere tempo. Abbiamo un progetto non cantierabile ma cantierato – ha aggiunto – in quanto era già stato appaltato, per cui sono state investite risorse da parte dello Stato e continuano a sussistere contenziosi. Un progetto frutto di studi da parte di esperti, anche a livello internazionale, che hanno valutato tutte le ipotesi possibili, tra cui quella del tunnel, che poi è stata scartata dalla stessa commissione, e l’ipotesi del ponte a tre campate, che adesso qualcuno come il sottosegretario Cancelleri definisce una proposta innovativa, ma in realtà è stata scartata parecchi anni fa. Capisco che la tecnologia si evolve e quindi c’è la possibilità di fare meglio, però non comprendo perchè non si riprendono le carte e tutte le progettazioni definitive che ci sono”. Sul piano dei finanziamenti, per Vono, “non solo le risorse disponibili dall’Europa ma anche quelle che sono nelle casse dello Stato, al ministero del Sud e al ministero delle Infrastrutture, possono essere utilizzate”. Questo per realizzare l’opera “non tanto come infrastruttura ingegneristica che da sempre ha dato lustro all’Italia, ma per quanto riguarda l’indotto economico e sociale che porterebbe: avremmo 11 mila assunzioni dirette e 107 mila nuove assunzioni, con un incremento dello 0,5% del tasso di occupazione nazionale e un aumento del Pil italiano”.
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