ROMA (ITALPRESS) – “Io penso che tutta la politica deve rinnovarsi. Tutta la politica italiana dovrebbe aprirsi ed essere più vicina alle persone, in particolare il Pd. Ho voluto dare una scossa quando ho percepito il rischio che il Pd potesse un pò implodere dentro le dinamiche interne. Questo è un atto d’amore alla viglia di una grande stagione nella quale servirà la politica”. Lo ha detto Nicola Zingaretti, ospite a “Non è la D’Urso” su Canale 5. “Abbiamo voluto tutti insieme il governo Conte, tutti lo abbiamo sostenuto e difeso. Il gruppo dirigente lo ha difeso, ma quando non è andato in porto ci siamo girati e non c’era più nessuno e ci hanno accusato di ‘o Conte o mortè. Io non l’ho mai detto, ma ho parlato di lealtà”, ha aggiunto.
“A me ha dato fastidio perchè credo molto nel pluralismo, ma quando significa stare zitti nelle riunioni e poi attaccare nelle dochiarazini pubbliche è qualcosa di diverso. Se sono io il problema – ha spiegato – sono il primo a fare un passo indietro e a dire che ci vuole un grande chiarimento: lo faccia il gruppo dirigente e troviamo le forme per andare avanti. State certi che io non scompaio, sarò presente con le mie idee e il mio lavoro, però è opportuno che ognuno faccia la sua parte, ognuno si assuma le proprie responsabilità. L’accusa non era giusta, per avere difeso al 100% una linea che invece abbiamo difeso tutti. Ora andiamo avanti”, ha sottolineato Zingaretti. Alla domanda se le sue dimissioni sono irrevocabili, ha ribadito: “Sì, ma il Pd per fortuna non è un partito del leader ma con un leader che si sceglie. Noi siamo una grande forza popolare, domani rinnovo la tessera del Pd nel mio circolo, io sono qui, non scompaio, combatterò con le mie idee. Non siamo come quei partiti che senza il loro leader scompaiono nella storia. Il Pd esisterà sempre ogni volta che si dovrà fare una battaglia. Io ho fatto un atto che rivendico per dare una scossa alla mia comunità e dire che deve rimanere solidale”.
(ITALPRESS).
“A me ha dato fastidio perchè credo molto nel pluralismo, ma quando significa stare zitti nelle riunioni e poi attaccare nelle dochiarazini pubbliche è qualcosa di diverso. Se sono io il problema – ha spiegato – sono il primo a fare un passo indietro e a dire che ci vuole un grande chiarimento: lo faccia il gruppo dirigente e troviamo le forme per andare avanti. State certi che io non scompaio, sarò presente con le mie idee e il mio lavoro, però è opportuno che ognuno faccia la sua parte, ognuno si assuma le proprie responsabilità. L’accusa non era giusta, per avere difeso al 100% una linea che invece abbiamo difeso tutti. Ora andiamo avanti”, ha sottolineato Zingaretti. Alla domanda se le sue dimissioni sono irrevocabili, ha ribadito: “Sì, ma il Pd per fortuna non è un partito del leader ma con un leader che si sceglie. Noi siamo una grande forza popolare, domani rinnovo la tessera del Pd nel mio circolo, io sono qui, non scompaio, combatterò con le mie idee. Non siamo come quei partiti che senza il loro leader scompaiono nella storia. Il Pd esisterà sempre ogni volta che si dovrà fare una battaglia. Io ho fatto un atto che rivendico per dare una scossa alla mia comunità e dire che deve rimanere solidale”.
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