- ANCD è l’Associazione delle Cooperative Dettaglianti
- Suggeriscono di chiedere adempimenti di sicurezza aggiuntivi piuttosto che chiusure nei centri commerciali
- L’associazione chiede la revisione delle norme da parte del governo
ROMA (ITALPRESS) – “Fermo restando il principio di salvaguardia della salute dei cittadini, non è facile comprendere la misura che impone la chiusura dei centri commerciali nei giorni festivi e prefestivi”. Lo afferma Alessandro Beretta, segretario nazionale dell’Associazione Cooperative Dettaglianti (ANCD)
ANCD osserva come “questa decisione rischi, innanzitutto, di avere effetti controproducenti per la sicurezza dei cittadini, che avrebbero potuto avere ben 4 giorni di acquisti in ambienti controllati già a partire da sabato 5 dicembre, con il lungo ponte dell’Immacolata. Infatti, limitare l’accesso agli spazi commerciali per le spese del periodo natalizio potrebbe favorire assembramenti fuori controllo nelle vie del centro delle principali città di ogni regione”.
“Sarebbe stato più ragionevole chiedere ai gestori dei centri commerciali eventuali impegni aggiuntivi sulle regole di prevenzione, finora sempre rispettate dagli operatori e dal personale dei punti vendita”, aggiunge Beretta.
“Costringere alla chiusura aziende che hanno già subito gravi danni nell’anno in corso, privandoli anche delle vendite di Natale, rende ancora più difficile la loro ripresa e priva i cittadini della possibilità di scegliere i luoghi in cui effettuare i propri acquisti, limitando anche la loro possibilità di selezionare servizi aggiuntivi e prezzi diversi – evidenzia ANCD -. Inoltre, la chiusura della larga maggioranza delle attività dei centri commerciali penalizza anche ipermercati e supermercati, aperti ma certamente danneggiati dalla inevitabile minor affluenza e dalle limitazioni alla vendita dei prodotti non alimentari al loro interno. Limitazioni inaccettabili sia per le difficoltà in cui costringono a lavorare gli addetti di iper e super mercati, sia per la loro diversità da regione e regione, da comune a comune. Queste limitazioni, che non rispondono ad alcuna esigenza di prevenzione sanitaria, costringono i consumatori nel weekend a visitare altri punti vendita per acquistare i beni loro necessari, aumentando gli spostamenti e il rischio di assembramenti”.
“Per questo – conclude Beretta – ANCD chiede con forza al Governo di considerare una revisione delle norme che costringono alla chiusura i centri commerciali e impediscono la vendita di molte referenze negli ipermercati e nei supermercati”.
(ITALPRESS).
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