L’uva da tavola di Mazzarone rimane a marcire sulle vite. I contadini non la raccolgono più perché costa troppo e viene pagata meno della metà di quanto si spenda per produrla. Per ogni chilo di quel prezioso frutto, rinomato in tutti i mercati europei e mondiali, la grande distribuzione internazionale paga soltanto 40 centesimi al chilo. Ai contadini quello stesso chilo costa quasi 90 centesimi. E vanno aggiunti i costi di trasporto e distribuzione.
La crisi dell’uva da tavola è la spia di un malessere più diffuso che colpisce il settore produttivo primario in Sicilia. Ne abbiamo parlato a Talk Sicilia con Gianni Polizzi, direttore del Distretto Ortofrutticolo del Sud est di Sicilia, il Doses.
“Il vero dramma è che quell’uva viene lasciata marcire sugli alberi. C’è una coltura che è stata coltivata, accudita per un anno. Oggi i produttori stanno guardando quei frutti marcire sulle piante. Non possono raccogliere perché raccoglierla significa buttarlo ugualmente. Non possono spendere anche i soldi della raccolta, perchè oggi quel prodotto non si riesce a vendere, perché la gente ha cambiato modello di acquisto”.
I consumi sono cambiati perchè le grandi reti internazionali della distribuzione decidono cosa si debba vendere negli scaffali dei loro supermercati. L’uva da tavola è un esempio tipico di come vengono modificati i nostri consumi. All’uva siciliana, a quella di Mazzarone, così ricca, zuccherina ma con i semi, vengono preferite le varietà “apirene”, senza semi. Spesso quelle varietà sono il risultato di manipolazione genetica e vengono brevettate dalle società che le hanno inventate: “hanno brevettato quelle uve -spiega Polizzi – e il contadino può comprare quelle piante. Il costo è altissimo: va da 7000 e 13.000€ a ettaro. “Questo significa che si sta chiudendo il mercato. Stanno mettendo da parte la nostra uva per favorire quelle uve che provengono da varietà brevettate”.
Uno scenario apocalittico per l’agricoltura siciliana. I nostri produttori sono con le spalle al muro. Si rischia di perdere l’immenso patrimonio biologico del nostro territorio e di vedere i terreni abbandonati. Quel che oggi accade all’uva da tavola di Mazzarone potrebbe replicarsi con altri prodotti tipici del nostro territorio: “anche il pomodorino di Pachino è a rischio”, conclude Polizzi.