La polizia e la Guardia di Finanza, nell'ambito delle attività investigative connesse allo sbarco di migranti avvenuto due giorni fa a Messina con la nave Geo Barents, ha fermato un cittadino gambiano di 25 anni, per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e morte come conseguenza di altro delitto.
Uno presunto scafista tunisino è stato tratto in arresto dalla polizia. E' accusato di essere stato al timone di una barca con 58 migranti approdata nel Siracusano. Sono stati gli stranieri a puntare l'indice contro l'indagato. Insieme a lui un complice che è stato denunciato
L'uomo venne già arrestato a Pozzallo nel 2016 unitamente ad altri 6 scafisti egiziani (uno dei quali minore), responsabili di aver condotto in Italia 208 migranti. Dopo aver scontato un anno e tre mesi di custodia cautelare, venne scarcerato per decorrenza dei termini. Aveva fatto perdere le sue tracce.
A Pozzallo fermato un presunto scafista del nuovo sbarco in cui sono arrivate 21 persone tutte siriane che avrebbero pagato circa 3000 euro per essere trasportati
Tutti gli immigrati, sono stati quindi condotti presso il Molo Favaloro del Porto di Lampedusa, ed affidati alle prime cure del personale sanitario che opera presso il C.S.P.A./Hotspot di Lampedusa.
L'uomo sarebbe stato riconosciuto dagli stessi migranti quale soggetto conducente l’imbarcazione di legno nella quale erano trasportati 345 persone, è stato rinchiuso nel carcere di piazza Lanza.
Ieri è arrivato al porto di Palermo il rimorchiatore italiano “Vos Thalassa””, con a bordo 1.042 migranti e 7 salme soccorsi in acque internazionali nel corso di più operazioni di salvataggio. Due arresti.
I migranti sentiti hanno narrato di essere stati sottoposti a gravi e ripetute violenze e minacce, anche con uso di armi, al momento in cui venivano condotti dai trafficanti presso i luoghi di imbarco in Libia e fatti salire sui natanti e qualcuno di loro sarebbe anche stato ucciso.