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I giudici del Cga hanno respinto il ricorso presentato dal Ministero dell’Interno e dalla Prefettura di Palermo contro la decisione del Tar di Palermo che aveva già annullato in primo grado l’interdittiva antimafia contro la Trade Eco Service che ha operato a Corleone nella gestione dei rifiuti nel comprensorio. I giudici amministrativi hanno accolto le tesi degli avvocati dell'azienda: Salvatore Raimondi, Luigi Raimondi e Giuseppe La Barbera. Si chiude così la vicenda di una impresa del settore dei rifiuti che aveva provocato anche lo scioglimento del Comune di Corleone nel 2016 e le nuove elezioni. La Trade Eco Service è un'impresa del settore del trattamento, trasporto e gestione dei rifiuti. Nel 2016 è stata colpita da un’interdittiva antimafia della Prefettura di Palermo. A determinare la decisione, secondo la prefettura, il fatto che il padre del socio principale della Tes, Salvatore Lo Faso avrebbe avuto rapporti con uno dei figli di Totò Riina e con Rosario Lo Bue reggente del mandamento di Corleone. Secondo la ricostruzione della prefettura la Tes avrebbe ricevuto tutele e vantaggi, manifestate in occasione dell’affidamento di commesse pubbliche da parte del Comune di Corleone, di cui sempre nel 2016 è stato disposto lo scioglimento del consiglio comunale e il commissariamento in ragione della “permeabilità dell’ente ai condizionamenti esterni della criminalità organizzata”. “Ma secondo il Cga – affermano i legali in una nota - la ricostruzione della Prefettura non è persuasiva. Come dimostrato dalla difesa della società, infatti, nell’ultimo quinquennio gli affidamenti ricevuti da parte del Comune di Corleone, sono di importo già di per sé abbastanza contenuto. E la maggior parte di essi derivano da servizi prestati durante la consiliatura che ha preceduto quella guidata dal sindaco Savona, la sola che è stata oggetto di scioglimento.