La Cassazione annulla i domiciliari per il tecnico radiologo accusato di aver aiutato Matteo Messina Denaro. Il Riesame dovrà emettere un nuovo giudizio
Leonardo Ciaccio, braccio destro di Matteo Messina Denaro, ottiene il permesso di lavorare come volontario nella Biblioteca museale di Sulmona, nonostante la sua condanna all'ergastolo
Il gip di Palermo scrive le motivazioni della sentenza di condanna della sorella di Matteo Messina Denaro a cui, in abbreviato, il 12 luglio, sono stati inflitti 14 anni di carcere
L'arma, una Walther semiautomatica con un proiettile in canna, appartenuta al capomafia e custodita da Di Giorgi nella cabina armadio della sua abitazione a Mazara del Vallo, ha la stessa matricola della pistola di un carabiniere in servizio alla Dia di Trapani
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A Mazara del Vallo, frequentato fino ad ottobre 2022
Nel corso di complicati accertamenti fatti dopo la cattura del boss, confrontando gli spostamenti dell'auto da lui e analizzando i suoi tabulati telefonici, polizia e carabinieri sono arrivati al complesso immobiliare
Il Tribunale di Marsala ha condannato a complessivi 50 anni e 4 mesi di carcere quattro dei sei imputati, quasi tutti di Castelvetrano nel Trapanese, del processo scaturito dall'operazione antimafia "Ermes 3" del 20 giugno 2020 (due persone arrestate e 13 denunciate)
La Gentile, figlia di un boss e madre di una bambina, come risulta da decine di pizzini sequestrati a Messina Denaro, era legatissima all'ex ricercato, che per anni l'ha cresciuta come una figlia
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Hanno detto di "averlo avuto in cura ma di non sapere chi fosse"
Sono il gastroenterologo ed endoscopista di Marsala Francesco Bavetta e il chirurgo dell'ospedale di Mazara del Vallo Giacomo Urso. Entrambi i professionisti ebbero in cura l'allora latitante nell'autunno del 2020
Il gip di Palermo ha respinto la richiesta di arresti domiciliari avanzata da Andrea Bonafede, cugino e omonimo del geometra che ha prestato l'identità a Matteo Messina Denaro
Antonio Ingroia, scelto come legale difensivo di Massimo Gentile, l'architetto arrestato con l'accusa di associazione mafiosa per aver prestato l'identità al boss ha accettato l'incarico con riserva "a patto che egli riesca a dare convincenti spiegazioni rispetto ai fatti apparentemente incontestabili che obiettivamente lo accusano"
Gli investigatori stanno facendo luce su quella cerchia di favoreggiatori e fiancheggiatori che gli ha permesso di vivere in tutta serenità in provincia di Trapani dove si spostava senza difficoltà in macchina, in moto e con identità diverse permettendogli una vita praticamente normale
Esami effettuati in tempi record, una visita oncologica rapidissima, ricovero e operazione a soli otto giorni dalla diagnosi di cancro al colon ma questa efficienza solo per il Boss
Avrebbero tutti fatto parte della rete del boss. L'inchiesta è stata coordinata dal procuratore di Palermo Maurizio de Lucia, dall'aggiunto Paolo Guido e dai pm Gianluca De Leo e Piero Padova