I reati fine (ad eccezione di quelli di falso e malversazione di erogazioni pubbliche) sono aggravati dall'attività dell’associazione di stampo mafioso dei “tortoriciani”, nella sua articolazione del gruppo dei “Bontempo Scavo” e del gruppo dei “Batanesi”, operante a Tortorici e sulla fascia tirrenica della provincia di Messina

"Momento importante" per l'ex presidente del Parco de Nebrodi ma l'accusa intravede elementi da approfondire nella lunga e complessa sentenza

Il  gip di Messina ha revocato gli arresti domiciliari al sindaco di Tortorici Emanuele Galati Sardo, arrestato nel blitz contro la mafia dei Nebrodi dello scorso 15 gennaio che ha fatto emergere il business delle truffe agricole.

All'indomani della nuova inchiesta sulla permeabilità del sistema degli appalti la Commissione annuncia "uno strumento di trasparenza e di garanzia innovativo, unico in Italia". Su attentato Antoci e mafia dei Nebrodi, invece, l'altra nuova indagine

Tre le persone per le quali si aprono le porte del carcere, 11 gli obblighi di firma, sottoposti a sequestro i beni degli indagati. le indagini erano iniziate nel 2015

Giovanni Pruiti è fratello di Giuseppe Pruiti, fermato all’inzio dell’anno e a marzo sottoposto a sequestro preventivo dei suoi beni.

Beni per svariati milioni di euro sono stati sequestrati dal personale della Dia (Direzione investigativa antimafia) di Catania al reggente del clan mafioso che opera a Cesarò.

Sequestrate imprese agricole e nel settore ristorazione, numerosi terreni, fabbricati nei comuni di Cesarò e Catania. 

Danneggiamenti, furti, uccisioni di animali nel Parco dei Nebrodi erano diventati il mezzo utilizzato per intimare ai proprietari di riconoscere 'la mafia' come unica interlocutrice. Nove arresti.

Le 9 persone arrestate indiziate a vario titolo di appartenere all'articolazione di Cosa Nostra catanese che opera tra i Comuni di Bronte, Cesarò e Maniace e di essere gli autori di alcune estorsioni aggravate dal metodo mafioso.

Ordinanze di custodia cautelare in carcere sono state emesse nei confronti delle nove persone fermate da carabinieri del Ros di Catania e del comando provinciale di Messina.

Nove i fermi eseguiti dai carabinieri del Ros. Sono accusati di estorsione ed in particolare di avere violato cosiddetto 'protocollo Antoci' da parte dei clan.

La Dda della Procura di Catania ha disposto il fermo di una decina di indagati.

Denunciati due imprenditori agricoli titolari di aziende a Tortorici e Sant’Agata di Militello che operano nel settore degli allevamenti di capi di bestiame. Raggiunti dall'interdittiva antimafia vantavano finti contratti d'affitto.

Sono 50 gli indagati, 33 gli arresti. Coinvolti anche veterinari dell’ASP di Sant’Agata di Militello. I NOMI.

Beni per un valore complessivo di circa 1,5 milioni di euro sono stati confiscati dalla Dia di Catania a Giuseppe Lo Re, detto 'Pino', imprenditore di Caronia in provincia di Messina.

Ci sono anche sette catanesi tra le 23 persone arrestate nell'ambito dell'operazione di Polizia 'Senza tregua' che sui Nebrodi, nel Messinese, ha assestato un altro duro colpo al clan di Tortorici dei Bontempo Scavo.

Vasta operazione nello stesso territorio del fallito attentato al Presidente del parco dei Nebrodi Giuseppe Antoci di qualche settimana fa