Con l’iniziativa si vuole contribuire a dare voce ai giovani obbligati ad andare via dalla Sicilia per creare un dibattito serrato sulla necessità che vengano utilizzati tutti i fondi che garantirebbero un futuro e il rispetto della dignità degli studenti di oggi lavoratori di domani.

"Resto al Sud – spiegano Fabrizio e Federico – è un tributo a una storia purtroppo vera, che non potevamo fare a meno di raccontare. Siamo felici di sapere che ogni giorno sempre più giovani decidono di sbracciarsi e magari anche inventarsi un lavoro, un modo per restare al Sud".

“Ci hanno insegnato a vivere l’emigrazione forzata dalla nostra terra con conseguente suo spopolamento e impoverimento come un destino ineluttabile, a tollerarla come un male normalizzato. Ma così non è e adesso diciamo basta!".

Imbracciando scope e palette, pennelli e cazzuole, sacchi per i rifiuti e guanti, dalle città e dai borghi siciliani è partito un fortissimo segnale di protagonismo, una aperta dimostrazione di amore e orgoglio per la Sicilia.

Dall'inizio del nuovo secolo hanno lasciato il Mezzogiorno 2 milioni e 15 mila residenti, la metà giovani fino a 34 anni, quasi un quinto laureati.

Sulla scia del motto "Si resti, arrinesci" a Palermo una marcia silenziosa per dire basta allo spopolamento dei comuni e all'emigrazione dei giovani

Nelle diverse comunità dell'isola ci si sta organizzando con dei pullman per permettere a quanta più gente possibile di partecipare. La campagna è divenuta un fenomeno dilagante perché dilagante è il malcontento dei siciliani strappati dalle proprie radici.

Venerdì manifestazione regionale per fermale l'emigrazione giovanile dalla Sicilia.

"Nei prossimi giorni pubblicheremo il decreto che rende operativo 'Resto al Sud', che si allarga ai servizi, ma i giovani non tornano e restano per decreto: bisogna riavviare un processo di sviluppo profondo".

Da oggi si formeranno dei gruppi per ogni citta’ che si riuniranno per elaborare proposte e per preparare insieme una grande manifestazione aperta a tutti che si svolgerà a Palermo il 25 ottobre.

L'Istituto ha deciso di intensificare l'impegno di analisi sui problemi economici e sociali che affliggono il Paese e, in particolar modo, sui temi annosi del divario Nord/Sud.