Le conferme alla nuova udienza sui depistaggi della strage del ’92. A deporre il procuratore generale Maurizio Bonaccorso

Non ci sono "nuovi scenari", nonostante gli "abnormi inquinamenti delle prove". Le motivazioni della Cassazione "sposano" la mafiosità della strage di via D'Amelio, nonostante le anomalie e i buchi neri sull'agenda rossa di Paolo Borsellino e l'intervento insolito del Sisde.

Per il fratello del magistrato ucciso in via D'Amelio "è necessario che quella Agenda Rossa che è stata sottratta da mani di funzionari di uno stato deviato e che giace negli archivi grondanti sangue di qualche inaccessibile palazzo di Stato e non certo nel covo di criminali mafiosi venga restituita alla Memoria collettiva".

Il magistrato ha ricordato: "Mi sono ritrovato vicino alla blindata dopo essere inciampato sul cadavere di Borsellino. Ero presente fisicamente ma con la testa non c'ero. Vi lascio immaginare quale era in quel momento il mio stato d'animo".

Tre pentiti a iniziare da Scarantino furono imbeccati dal gruppo di investigatori guidati da Arnaldo La Barbera ma la vera origine delle notizie è una fonte che resta occulta. Anche l'agenda rossa fu fatta sparire perchè conteneva importanti dati sulle inchieste di Borsellino

Saranno utilizzati stasera come oggetti di scena, due oggetti simbolo dei più grandi misteri delle stragi del 1992, in cui morirono i magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.

La possibilità di affrontare l'argomento nel corso di una nuova verifica investigativa è stata resa pubblica dal procuratore Bertone durante le arringhe del processo Borsellino quater a Caltanissetta