Il conto alla rovescia per i mondiali di calcio sta per concludersi. Altri tre giorni ed inizieranno le partite di Qatar 2022, con la sfida inaugurale tra i padroni di casa ed Equador che si disputerà domenica 20 novembre alle 17 ore italiane.
Gli Azzurri non ci saranno. Per la seconda volta consecutiva la Nazionale sarà costretta a guadare da spettatrice la kermesse iridata avendola vinta 4 volte (1930; 1934; 1982; 2006) nella sua storia ed avendo raggiunto 6 volte la finale ed 8 volte le prime quattro posizioni in 21 (a breve 22) edizioni.
In attesa che la competizione riscriva nei prossimi giorni nuove pagine della sua storia quasi centenaria, ripercorriamo alcune partite entrate, per diversi motivi, tra quelle da ricordare nella kermesse.
Non necessariamente le più belle, ma anche quelle più emozionanti o che hanno registrato delusioni atroci o che sono ricordate per episodi particolari durante la kermesse della Fifa. Ed al di là delle finali che certamente hanno scritto la storia, da Argentina-Uruguay 4-2 del 30 giugno del 1930 ad un altro 4-2, quello della Francia alla Croazia nell’epilogo di Russia 2018.
Non potevamo iniziare il nostro racconto con quella che da tutti, non solo dagli italiani, è definita la partita del secolo. Quell’Italia-Germania 4-3 che è il ritratto della spettacolarità e del brivido che solo lo sport riesce a dare. Una semifinale che fece innamorare ancora di più una nazione alla sua rappresentativa nazionale e che riscoprì le notti dato che il match iniziò alle 16 ore locali, a mezzanotte da noi.
Una partita che ha ispirato al di là del contesto agonistico. Registi hanno dedicato opere tra le quali un omonimo film (Italia-Germania 4-3) del 1990 del regista Andrea Barzini. Ma c’è anche una targa commemorativa allo stadio Azteca di Città del Messico, dove si giocò la partita del secolo, che ricorda quella incredibile semifinale con tanto di data 17 giugno 1970 e risultato. Ed esiste inoltre una storia su Topolino pubblicata nel maggio del 1986 nella quale i protagonisti disneyani raccontarono quella famosa partita e la storia dei vari mondiali con Pelé, Schiaffino e Rivera.
E dire che fino al 93’ si era trattato di una partita normale. Quasi brutta. In contemporanea si giocava Brasile-Uruguay che finì 3-1 nei tempi regolamentari con giocate stellari ed un non gol di Pelè entrato nella storia per la bellezza e furbizia dell’intuizione che fece spellare le mani dagli applausi degli oltre 51mila spettatori dello stadio Jalisco di Guadalajara.
Sì, perché fino a quel punto la sfida tra Italia e Germania allo stadio Azteca di Città del Messico davanti ad oltre 110mila spettatori era ferma sull’1-0 grazie alla rete di Boninsegna all’8’ che con un sinistro dalla distanza superò Sepp Maier.
Una volta in vantaggio, la squadra di Ferruccio Valcareggi aspetterà la controffensiva tedesca tentando il contropiede in una partita spigolosa. La partita verrà ricordata anche per la fasciatura alla spalla di Franz Beckenbauer, il capitano tedesco si infortuna al 65’ ma rimarrà in campo stoicamente per non lasciare in 10 i suoi compagni: la Germania Ovest aveva fatto la seconda (all’epoca ne erano concesse solo due) sostituzione da poco. Rimase in campo giocando con un braccio fasciato senza far mancare qualità ad autorevolezza ai suoi.
Enrico Albertosi, il portiere azzurro, viene graziato dalla traversa di Overath al 64’ mentre ad un minuto dalla fine salva il risultato deviando un insidioso colpo di testa di Seeler.
Si aspetta soltanto la fine della partita: all’epoca il recupero era quasi inesistente ed era degno di nota quando si avvicinava al minuto.
È il 91’ ma l’arbitro messicano Yamasaki non fischia. Si arriva al 92’ ed il triplice fischio non accenna ad arrivare. Arriva la doccia fredda: Schnellinger, terzino del Milan, in spaccata segna l’incredibile pareggio con tanto di proteste anche di Nando Martellini in telecronaca diretta. Per il tedesco è il primo ed unico gol in nazionale. Al terzo minuto di recupero, l’arbitro fischia. Si va ai supplementari. Una mezzora fra le più folli di sempre.
Passano 4 minuti e Muller porta in vantaggio la Germania con un gol d’astuzia: sfrutta un errore di Poletti che non riesce a spazzare dopo un colpo di testa abbordabile di Seeler. La palla resta inchiodata nel cuore dell’area tra Poletti ed Albertosi, si inserisce il bomber tedesco con un tocco. L’estremo difensore azzurro si rialza e prova a togliere il pallone dalla rete ma questa valica beffardamente la linea di porta. Uno psicodramma per l’Italia che 5 minuti prima era praticamente in finale.
Gli azzurri non sono, però, spacciati e Burnich approfitta di una topica della difesa tedesca non riesce a liberare correttamente un pallone scodellato da Rivera su calcio di punizione. La sfera arriva in area e c’è un rimpallo che favorisce il difensore italiano che la spara in rete.
Non è finita qui: Riva si porta a spasso la difesa tedesca si allarga poi incrocia un tiro in diagonale che si insacca per il 3-2.
Nel secondo tempo supplementare però la Germania da sfogo alle sue ultime energie per raddrizzare la partita. Al 110’ arriva il pareggio: angolo per Seeler che prolunga per Muller che in tuffo trova lo spiraglio tra il palo e Rivera che era accorso in difesa a coprire il palo sull’azione da calcio piazzato. Come raccontato dagli stessi protagonisti, poi (Rivera ed Albertosi), il portiere gliene disse di tutti i colori al golden boy milanista che per la disperazione si abbracciò al palo.
Ed a quel punto, dopo la frittata, Rivera aveva l’obbligo di segnare per farsi perdonare la frittata difensiva. Palla al centro e gli Azzurri confezionano il definitivo 4-3. Boninsegna si invola e serve all’indietro alla cieca la sfera al centro dell’area. Arriva Rivera che di piatto spiazza Maier come se fosse un rigore in movimento. Martellini racconterà “Rivera è 4-3, che meravigliosa partita ascoltatori italiani”.
La partita infinita si chiude qui. Italia-Germania entra di diritto nella leggenda del calcio mondiale… e dei mondiali.
Novanta minuti “normali”, un fallo da codice penale non sanzionato ed uno svenimento, un pareggio, supplementari drammatici e rigori ad oltranza. Se Italia-Germania 4-3 è la partita del secolo, Germania-Francia, semifinale dei mondiali di Spagna 82, è un’altra partita da ricordare.
La sfida è soprannominata la Notte di Siviglia. Si giocò l’8 luglio 1982 e vide la Germania Ovest imporsi 8-7 sui transalpini ai calci di rigore. Ma è anche la partita dello scontro fra Tony Schumacher e Battiston che costrinse il francese, che era entrato da poco, alla sostituzione ed al ricovero in ospedale.
Non mancò nulla. La Germania Ovest partì bene con Littbarski che prima colse una traversa e poi segnò al 17’. La Francia si svegliò e Platini 10 minuti più tardi trasformò un penalty.
Nella ripresa uno degli episodi più drammatici della storia della Coppa del Mondo, Battiston lanciato in area da Platini si trovò da solo a tu per tu col portiere tedesco che uscì letteralmente a valanga nel tentativo disperato di evitare la rete. Il difensore transalpino anticipò l’estremo difensore toccando in pallonetto che uscì fuori di poco mentre Schumacher franò, letteralmente, sopra di lui.
Battiston rimase a terra privo di sensi per quasi due minuti. L’arbitro, l’olandese Corver, non sanzionò lo scellerato intervento del portiere tedesco neppure con il giallo. Fu un episodio controverso e drammatico che si risolse con una rimessa dal fondo per la Germania Ovest, l’uscita dal campo dello sfortunato Battiston che si ruppe due denti, tre costole incrinate e due vertebre fratturate.
La carriera di Battiston fortunatamente continuò ad altissimi livelli. Il portiere tedesco venne bersagliato da critiche da tutto il mondo. Chissà quante giornate di squalifica avrebbe ricevuto oggi con var e la tecnologia in tempo reale a scandagliare secondo per secondo quella drammatica sequenza.
La partita però non è finita. Si arriva al 90’ sull’1-1. La Francia ha un momento di euforia nel primo tempo supplementare. Trésor con una mezza girata spettacolare portò i transalpini sul 2-1. Sei minuti dopo, Giresse finalizzò con un tiro imparabile una bella azione corale per il 3-1. Partita finita? No, con la Germania Ovest in campo no. Al minuto 102 Rumenigge, in precarie condizioni fisiche, anticipa Ettori ed un difensore francese deviando la sfera in rete. Nel secondo tempo supplementare, al 108’ Fischer in rovesciata raccoglie una torre Hrubesch siglando il 3-3 con il quale le due squadre vanno ai rigori.
Stielike, il terzo della lista, si fa intuire il rigore da Ettori. Ma subito dopo, Schumacher dice no a Six. La sequenza dei tiri dagli 11 metri va ad oltranza. Bossis sbaglia mentre Hrubesch è glaciale e regala la finale ai suoi.
Se prima abbiamo parlato di sfide leggendarie, in molti si chiederanno il perché citiamo – brevemente – la partita tra Eire ed Egitto giocata a Palermo per il girone F di Italia 90 (quello delle Notti Magiche anche di Totò Schillaci, palermitano purosangue). Perché ricordare un bruttissimo 0-0 con sterile possesso palla e pochissime emozioni? Proprio perché fu quella una delle partite più brutte di sempre nell’ambito della kermesse iridata ed anche in generale. Un manifesto dell’anti-calcio che si concretizzò il 17 giugno del 1990.
Fu la molla per far si che la Fifa valutasse un cambiamento epocale: la modifica del passaggio all’indietro al portiere. In pratica grazie (anche) allo scempio che si vide all’allora Favorita, i capoccioni del calcio decisero di modificare la regola del passaggio al portiere. Quest’ultimo non avrebbe mai più potuto toccare il pallone con le mani su un retropassaggio volontario del compagno. Questo per rendere le partite più movimentate, spettacolari e per evitare assurde e durature meline. Nel 1992 la regola entrò in vigore.
Che la Corea del Nord fosse ad un mondiale era un fatto storico (si ripeterà solo nel 2010), che battesse l’Italia ed arrivasse ai quarti di finale, ossia tra le prime otto, era clamoroso. Ma che al 25’ del primo tempo col Portogallo fosse avanti di 3 reti era qualcosa che prescindeva la comune concezione del calcio.
È il 23 luglio 1966 e la partita si gioca al Goodison Park di Liverpool, la città dei Beatles. Si affrontano la ancora misteriosa Corea del Nord, vera e propria sorpresa assoluta del torneo, ed il Portogallo di Eusebio, giocatore che non ha certo bisogno di presentazioni.
Sebbene i nordcoreani si presentassero col biglietto da visita del successo sugli Azzurri firmato da Pak Doo-It, che per decenni venne descritto come dentista ma che in realtà era professore di educazione fisica e aveva un diploma da tipografo, erano nettamente sfavoriti rispetto alla compagine lusitana.
Ma passò un solo minuto e Pak Seung-zin portò inaspettatamente in vantaggio gli asiatici.
Il Portogallo è stordito, prova la via del pareggio ma subisce il 2-0 da Li Dong-woon.
Teniamoci forte perché non è finita: tre minuti dopo arriva anche il 3-0 siglato da Yang Seung-kook.
La Corea del Nord è a 55 minuti da una, a dir poco, clamorosa qualificazione in semifinale.
Ma si sveglia Eusebio. Al 27′ ed al 43′ (questo su rigore) riporta in carreggiata i suoi e le squadre vanno a riposo sul 3-2 per gli asiatici. Lo show personale della “Pantera Nera” continuerà nella ripresa con altre due segnature al 56′ ed al 59′ (ancora su rigore). Una quaterna per ribaltare la Corea del Nord. José Augusto mise la firma finale per il 5-3 all’89’. Il risultato finale dice Portogallo-Corea del Nord 5-3 ma quanta fatica per i maestri lusitani che poi verranno sconfitti dall’Inghilterra in semifinale. Ad Eusebio il titolo di capocannoniere di quell’edizione con 9 reti.
Si potrebbe definire la grande truffa senza timori di essere smentiti. L’Italia di Trapattoni ai Mondiali di Corea e Giappone 2022 ebbe un cammino breve e tormentato. La chiave fu la sconfitta con la Croazia e le reti annullate alla nazionale. La squadra si qualificò a stento per gli ottavi di finale dove incontrò i padroni di casa della Corea del Sud. Arbitra il “signor” Byron Moreno. Il virgolettato al signore ha tanti significati, molti di questi irripetibili. La sfida di Daejeon vinta dagli asiatici si rivelò una farsa sportiva.
Inizia la partita in un clima caldissimo: gli striscioni dei tifosi di casa fanno quasi ridere perché vogliono essere intimidatori ma risultano divertenti. Tra questi un “Ricordi il 1966?” (la storica sconfitta con i “cugini” della Corea del Nord).
La farsa, pardon, la partita, inizia subito nel segno di Moreno. Trattenuta di Panucci in area su Seol Ki-Hyeon. Rigore di quelli che in serie A non verrebbero mai fischiati ma che all’estero si danno. Si ha la sensazione che l’Italia giocherà in campo in 11 contro 12. Dal dischetto Ahn Jung-Hwan, attaccante che militava nel Perugia di Gaucci, si presenta sul dischetto. Buffon però intuisce il tiro e lo devia diventando il primo portiere italiano a parare un calcio di rigore durante una partita del Mondiale se si esclude Pagliuca che aveva neutralizzato un penalty nella sequenza – maledetta – che assegnò il titolo del 1994.
L’Italia però passa in vantaggio con Christian Vieri di testa al 18’. Nel secondo tempo arriva lo show di Moreno che è inutile sciolinare. Decisioni arbitrarie sfavorevoli a dir poco e la Corea pareggia a due minuti dalla fine con Seol Ki-hyeon. Si va ai supplementari con golden gol. Vieri si divora il 2-1, poi verso la fine del primo tempo supplementare, Vieri fa la sponda di testa per Totti che fugge su Song Chong-Gug entra in area e c’è il contrasto ed il contatto. Niente rigore e Totti, già ammonito, riceve un altro cartellino giallo per simulazione.
L’Italia segna il golden gol con Tommasi al 110’, è tutto regolare. Ma per Moreno in coabitazione al guardialinee argentino Jorge Horacio Rattalino è fuorigioco. Tommasi è tenuto in gioco da Seol. È il quinto fuorigioco inesistente segnalato all’Italia nelle ultime tre partite, e 4 gol annullati nelle due gare di girone contro Croazia e Messico.
Il colpo di testa di Ahn che svetta su Maldini e manda la Corea del Sud ai quarti di finale per la prima volta nella storia dei Mondiali. L’Italia torna a casa derubata ma anche tacciata dai vicini di non accettare la sconfitta e di lamentarsi troppo. Quattro giorni dopo la Spagna verrà defraudata ai rigori ma con due reti annullate agli iberici durante la partita.
Il tempo è galantuomo, dice un vecchio adagio e pochi anni dopo l’Italia vincerà il Mondiale del 2006 in Germania e Byron Moreno verrà arrestato per droga.