Da oggi il mondo del ciclismo andrà avanti senza un suo grande interprete, capace di vincere i tre grandi giri a tappe, di infiammare il pubblico e di farsi ammirare e voler bene anche dagli avversari. Oggi Vincenzo Nibali si ritira. Nella Classica delle Foglie Morte che lui vinse nel 2015 e nel 2017.
L’ultima gara al Giro di Lombardia con partenza da Bergamo ed arrivo a Como in un percorso di 253 km. Per lo Squalo dello Stretto questa distanza potrebbe volare o potrebbe non passare mai. Gli ultimi chilometri di una carriera sontuosa, fantastica, iniziata da poco più che bambino in giro per la Sicilia col team Marchetti per poi spiccare il volo lontano dalla sua terra, andando in Toscana (come capita a molti talenti isolani) verso le categorie Juniores, Dilettanti, Under 23 e poi il professionismo che lo ha reso celebre in tutto il mondo. Anche lontano da quello del pedale.
Vincenzo Nibali aveva annunciato il suo ritiro al Giro d’Italia 2022, lo scorso 11 maggio nel corso della tappa che portava la corsa Rosa nella sua Messina. Non senza qualche lacrima. Inevitabile.
Forza, fantasia, energia, fantasia: a Vincenzo Nibali non sono mai mancate. Tutte doti che gli hanno permesso di raccogliere tanti successi anche memorabili in 18 anni. Dall’esordio nel 2005 al Laigueglia con la maglia della Fassa Bortolo ne ha percorsi di chilometri lo Squalo. Vestendo maglie diverse: la Liquigas, l’Astana, la Bahrain, la Trek per poi tornare lo scorso anno all’Astana dove aveva raccolto i maggiori successi in carriera. Un “ritorno in famiglia” come lui stesso disse al momento dell’annuncio.
Ha avuto il merito di rimanere sempre pulito anche in periodo storico in cui le pratiche dopanti erano in voga. Ha tenuto alta la bandiera del ciclismo italiano in un’epoca di declino.
In carriera ha vinto due Giri d’Italia, nel 2013 e nel 2016, un Tour de France (2014) ed una Vuelta (Giro di Spagna) nel 2010. Si aggiungono anche due secondi ed un terzo posto alla Corsa Rosa, un terzo al Tour ed altri due secondi alla Vuelta.
Nibali è uno dei sette ciclisti – oltre a Jacques Anquetil, Eddy Merckx, Felice Gimondi, Bernard Hinault, Alberto Contador e Chris Froome – ad aver conquistato almeno un’edizione di tutti e tre i grandi giri,
Ma la bacheca di Vincenzo Nibali è ricca di altri trofei e riconoscimenti. Rientra nel ristretto novero di quattro ciclisti (insieme a monumenti quali a Merckx, Hinault e Gimondi) ad aver vinto i tre grandi giri e almeno due classiche monumento: il Giro di Lombardia, nel 2015 e nel 2017, e la Milano-Sanremo, nel 2018. A queste grandi affermazioni si aggiungono due titoli italiani consecutivi nella prova in linea, nel 2014 e nel 2015, due Tirreno-Adriatico, nel 2012 e nel 2013.
Tra le imprese sportive quella che lo consacrò stella di prima grandezza del ciclismo mondiale: il 25 maggio del 2013 sfidò tutto e tutti sulle Tre Cime di Lavaredo sotto la tormenta ed una fitta nebbia tagliando per primo il traguardo a braccia alzate ed in maglia rosa dopo 210 km di autentica fatica. Quella vittoria di tappa, la seconda consecutiva, permise allo Squalo di vincere il suo primo Giro d’Italia. Nibali prese la maglia rosa all’ottava tappa con un vantaggio di 29” secondi sul primo inseguitore, amministrò il distacco portandolo fino ai 4 minuti e 43 secondi finali tra lui e Rigoberto Uran.
Nel 2018 arriva la vittoria nella Milano-San Remo quando attacca sulla salita del Poggio a 7km dal traguardo riuscendo poi a mantenere il suo vantaggio fino al traguardo. Anche qui sotto la pioggia. Lo Squalo segue la fuga del lettone Krists Neilands mentre gli altri favoriti Peter Sagan e Michał Kwiatkowski non sono reattivi e continuano a studiarsi. E nel tratto decisivo affonda e controlla.
È stato il primo italiano a vincere dopo 12 anni di astinenza il trionfo di Filippo Pozzato. Ed ha centrato, così, la sua terza affermazione nelle classiche monumento dopo le vittorie al Giro di Lombardia del 2016 e 2017.
Nella sua sconfinata carriera, Vincenzo Nibali ha avuto anche il piacere di essere “profeta in patria” vincendo l’edizione 2021 del Giro di Sicilia.
Un successo voluto e studiato quello ottenuto poco più di un anno fa sulle sue strade. Era l’1 ottobre 2021 quando lo Squalo decise di attaccare infiammando il suo pubblico a 22 km dal traguardo in salita sull’Etna verso il traguardo di Mascali. Trionfando nella classifica finale su Alejandro Valverde ed Alessandro Covi. Una grande emozione per lui e per gli appassionati siciliani. Grazie a Nibali il Giro di Sicilia andò ad un Italiano dopo 73 anni: prima di lui Francesco “Ciccio” Patti si aggiudicò la corsa a tappe due volte, l’ultima nel lontanissimo 1948, l’altra addirittura nel 1936.
In una carriera così maestosa non mancano però le mancanze. E due gli restano nel cuore. Su tutti, infatti, il mancato trionfo in un Mondiale su strada soprattutto dopo lo scivolone clamoroso di Firenze nel 2013. Per lui un quarto posto battuto nello sprint per il bronzo da Valverde e 15” dietro al vincitore, il portoghese Rui Alberto Da Costa.
E mancò anche l’oro olimpico. A Rio 2016 nuovo scivolone nella discesa verso il traguardo. Una beffa.
L’Italia cerca un altro Vincenzo Nibali. Non sarà facile perché ciclisti così completi nascono molto di rado nel corso di diverse decadi. Se non di più. Oggi, sabato 8 ottobre 2022, durante il Giro di Lombardia, gli appassionati si uniranno alle lacrime dello Squalo e lo ringrazieranno per le grandi emozioni che ha saputo regalare in 18 anni di professionismo sempre ad altissimo livello e vissuto in maniera esemplare.