Uscire dal tunnel di risultati, dimenticare Terni ma anche le partite (e le prestazioni) con Sudtirol e Frosinone. Il Palermo si prepara alla delicata sfida interna di sabato 15 ottobre con il Pisa con questo imperativo e di tornare a far punti per muovere una classifica che dopo otto giornate è a dir poco deficitaria.
Ad assistere all’allenamento della squadra anche il direttore generale Giovanni Gardini che ha anche risposto alle domande dei giornalisti presenti al Tenente Onorato di Boccadifalco. queste le sue parole “La preoccupazione che i risultati non sono confacenti a quelli che erano le aspettative. Ne siamo tutti consapevoli. Siamo qui per lavorare perché solo attraverso il sacrificio e l’abnegazione e la professionalità si può pensare di uscire da questo momento che non era preventivato ma che non vuol dire che non possa essere superato. A partire dai risultati. La consapevolezza è il lavoro deve essere poi tramutata sul campo”.
Argomento caldo è naturalmente la fiducia nel tecnico Eugenio Corini che, assieme a tutta la squadra, è al centro di critiche dopo i risultati deludenti di questo primo scorcio di stagione. Sette punti in otto partite, sei gol fatti, 12 subiti. Palermo rare volte così male dopo 8 partite. Una volta fu nella stagione 1993-1994 che vide i rosanero (neopromossi anche in quell’occasione) salvarsi all’ultima giornata.
“La fiducia in Corini nasce dal momento in cui si sceglie una persona – sottolinea Gardini -. In un progetto di lungo periodo come quello costruito con la nuova proprietà è un progetto che non può valutato in un periodo di tempo così limitato”. In sostanza, per Gardini, l’allenatore non è in discussione ed ha la fiducia della proprietà.
E prosegue rispondendo anche a chi parla di responsabilità di tecnico e squadra. “La chiave è molto semplice. Il tempo è una opportunità e non deve essere un alibi. Siamo qui perché vogliamo attenzionare il fatto che siamo tutti consapevoli del momento. Vogliamo e dobbiamo uscirne tutti insieme. E mi riferisco dal presidente al magazziniere. Tutti lavorano con spirito comune per raggiungere questo obiettivo. Individuare un colpevole è abbastanza anacronistico e non incarna lo spirito di quello che noi intendiamo fare”.
Gardini parla di come questo Palermo potrà uscire dalla crisi. “Lavoro, sacrificio, abnegazione, attenzione, determinazione. Non è solo un problema relativo ai risultati sportivi. Siamo una grande famiglia, dobbiamo comportarci in questo modo. Ed uscire dal campo fradicia di sudore perché abbiamo tutto si può ottenere un risultato ma anche accettare la sconfitta. Questo non significa che questo non sia successo ma che bisogna dare di più”.
Inoltre: “I calciatori hanno la consapevolezza che devono lavorare di più, come stanno facendo, così come lo staff che deve dare qualcosa in più così come tutto quello che ruota attorno alla squadra”.
Giovanni Gardini ha poi parlato della mancanza di risultati e di questo avvio travagliato in serie B. “Avevamo messo in preventivo che nell’arco della crescita ci potessero essere momenti di questa natura. Gli eventi di fine estate, la costruzione della squadra, la partenza potevano far pensare ad una ipotesi di questo tipo. Così no magari ma non ci ha colti impreparati. Era messo in preventivo che ci potesse essere un periodo di adattamento dei nuovi, dei vecchi, delle nuove metodologie, della nuova categoria. Fa parte del nostro lavoro quotidiano. L’importante è avere le soluzioni, non ricercare colpe o le responsabilità. Riteniamo di avere al nostro interno la conoscenza, competenza e la professionalità per raggiungere l’obiettivo”.
Il dirigente del Palermo ha poi proseguito: “Noi non dobbiamo rassicurare ma lavorare per il bene comune che è il Palermo. Il Palermo è di tutti e va utilizzato nel modo corretto perché è un bene di tutti. La categoria va mantenuta per il bene della città, dei tifosi che vanno ringraziati per quanto hanno fatto e quanto faranno e sono sicuro che faranno. Ma noi dobbiamo andare avanti e aspettare la prossima partita e aspettare che ci sia un cambio di passo.
Ed infine a chi ha chiesto se il tecnico avesse ancora due partite per poter cambiare marcia ed invertire la rotta, ha spiegato. “Il limite non esiste. Sono valutazioni che si fanno giorno per giorno per tutti noi che siamo professionisti. Non c’è nessuno a tempo. Quando si fa una scelta e ritiene che questa sia ponderata, il tempo è una opportunità ma non un alibi”.