La pesante, e probabilmente inattesa alla vigilia, sconfitta di ieri sera del Palermo sul campo del Foggia per 4-1 ha fatto arrabbiare tutti. Tifosi, ambiente e, soprattutto, il presidente rosanero Dario Mirri.
È lo stesso massimo dirigente del club di viale del Fante a dirlo: “La sconfitta di Foggia mi ha fatto arrabbiare moltissimo. Sono il più arrabbiato di tutti per il mio doppio ruolo di presidente e tifoso. La sconfitta ha fatto arrabbiare i tifosi, l’allenatore Silvio Baldini e i giocatori. Ha fatto arrabbiare tutti. Adesso è il momento di alzare la testa, è inutile parlare servono i fatti”.
Queste le sue parole durante l’incontro organizzato dalla Lega Pro a Palermo alla chiesa di San Francesco Saverio all’Albergheria sul beato Acutis che la lega ha adottato come futuro patrono della Serie C e del settore giovanile.
“È sotto gli occhi di tutti – ha continuato Mirri – che in casa facciamo sempre bene, anche se non mi ha soddisfatto nemmeno il pareggio contro il Messina. Noi tifosi vorremmo solo vincere. Anche a Foggia la differenza è stata caratteriale, non tecnica visto che abbiamo creato tante occasioni da gol”.
Mirri ha insistito mostrando il lato combattivo: “Non bisogna arrendersi, chi si arrende perde e noi dobbiamo combattere per vincere. Come fanno quei tifosi che sono venuti a Foggia e quei 5mila che vengono ogni domenica quando giochiamo in casa. Se la quinta città d’Italia esprime 5mila tifosi vorrei abbracciarli uno per uno e li ringrazio come ringrazio gli ultrà attaccati alla maglia e alla squadra. A loro chiedo di trascinare i tifosi. Il diritto di critica è sacrosanto, ma solo per chi combatte. Chi sta a casa a tifare per le strisciate (Juventus, Milan e Inter) non ha diritto di critica”.
Il massimo dirigente rosanero, inoltre, ha parlato anche della situazione societaria e delle trattative per la cessione del club rosanero. “Non ci sono particolari novità – ha concluso – si va avanti fra mille ostacoli e contenziosi legali. Il Palermo esiste ed esisterà sempre a prescindere dalla mia presenza o dalla mia assenza. Ciò che abbiamo iniziato è un processo virtuoso che andrà avanti solo con la voglia di fare, ma non con la voglia di demolire”.
“Un giorno, passeggiando per Palermo insieme al presidente Mirri, sono entrato nella magnifica chiesa di Sant’Agostino e, con grande sorpresa e gioia, ho trovato anche qui il nostro caro beato Carlo Acutis. Il destino ha voluto che fossimo nel capoluogo della Sicilia con i nostri amici del club rosanero, per ricordare a noi tutti gli ideali etici, morali ed umani dei quali Carlo Acutis è un puntuale riferimento. I nostri ragazzi devono fare amicizia con Carlo”, lo ha detto il presidente della Lega Pro Francesco Ghirelli.
È stata Palermo la seconda tappa del pellegrinaggio per le 60 città della Lega Pro. “Sentiamo l’assoluta necessità ed il bisogno, dice Ghirelli, di far conoscere ai nostri giovani i valoro trasmessi dal beato Acutis”. Il sogno della Lega Pro, come è noto, è quello di ottenere che il Beato Acutis diventi il suo patrono
L’iniziativa “Fate amicizia con Carlo-La Sicilia si mette in ascolto” è stata organizzata da Lega Pro in collaborazione con il Palermo FC ed ha avuto la sua apertura con la celebrazione Santa Messanella Chiesa di Sant’Agostino.
“C’è un po’ di Carlo Acutis in ogni giovane che sogna un mondo migliore ma che, anziché sognarlo e basta, fa in modo di contribuire a cambiarlo con le proprie mani”, spiega il presidente del Palermo.
“Il nostro impegno condiviso, continua il numero uno rosanero, è quello di recuperare questo slancio, proprio valorizzando la storia e il percorso di Carlo, nella fede come nello sport, e farci guidare da quella scintilla del fare. I sogni li realizza solo chi ci crede davvero”.
Corrado Lorefice arcivescovo metropolita del capoluogo siciliano ha descritto i valori del beato: “Carlo, nel rispetto della libertà di ciascuno, ci ha detto che la sua vita, unita a quella di Dio, è ancora meravigliosa. Ciò che ricordava spesso è vero: ognuno di noi è originale e non deve essere una fotocopia. Dio è il primo degli amici che dobbiamo custodire nella nostra esistenza e Carlo Acutis ce ne rende testimonianza”.
Collegato online Gian Carlo Caselli presidente del comitato Scientifico Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare: “La legalità è un concetto che si lega, indissolubilmente con Palermo per noti motivi e si deve legare con lo sport che è fatto di regole. È infatti evidente che senza regole non c’è legalità: c’è caos, giungla, mafia. L’iniziativa della Lega Pro di Ghirelli è assolutamente meritoria e da condividere”.
Prosegue Caselli: “Il beato Acutis che accompagnava alla partita di calcio i ragazzi disabili o bullizzati, consolandoli con lo spirito del miglior volontariato, oggi avrebbe trenta anni. E trenta anni fa, si dà il caso, che Palermo viveva le stragi di Capaci e via D’Amelio. C’è però un altro accostamento più significativo con la Sicilia: quello tra Carlo Acutis ed il giudice ragazzino Rosario Livatino. Carlo Acutis si era riempito di Cristo e questo gli aveva permesso di aiutare gli altri. Livatino, con la stessa umiltà del beato, anche lui riempito di Cristo, ha cercato di aiutare gli altri (fino a sacrificarsi) contro la mafia che li opprimeva. L’uno e l’altro si sono impegnati per i deboli e per la salvaguardia delle loro libertà e dei loro diritti”.
L’incontro, alla presenza dei giovani del Palermo, si è svolto alla presenza di autorità religiose ed istituzionali, quali padre Carlos Ferreira, rettore Santuario della Spogliazione di Assisi, Giuseppe Governale in servizio al comando generale dell’Arma dei Carabinieri, Leoluca Orlando Sindaco di Palermo, Padre Giuseppe Prestia Rettore della Chiesa di Sant’Agostino e Antonia Salzano Madre del Beato Carlo Acutis. Moderatore dell’evento è stato il condirettore di Famiglia Cristiana Luciano Regolo.