“Con i talenti scoperti da Maurizio Zamparini ci si potrebbe fare una Nazionale di calcio”. Così Beppe Sannino, uno dei 51 allenatori esonerati dal vulcanico ex patron del Palermo, sulla panchina nel 2012, scomparso oggi a 80 anni.
Sannino ha ricordato di nomi di “Dybala, Cavani, Pastore, Ilicic, una marea di giocatori. Lui è stato un precursore, amato da Palermo per avergli fatto toccare il cielo. Sanguigno, burbero ma sincero: e poi faceva anche un po’ parte del personaggio che si era costruito. Comunque un uomo di calcio straordinario, e non lo dico perché è morto, lo dico davvero, nei suoi confronti provo solo stima e amore. L’anno più bello della mia carriera è stato con lui a Palermo”.
In effetti, il Palermo di Maurizio Zamparini (2002 – 2018), almanacco alla mano, è stato il più forte della storia rosanero, tornato in Serie A dopo 31 anni di assenza, con tanto di qualificazioni in Europa e la finale di Coppa d’Italia all’Olimpico di Roma del maggio 2011, con piazza di Spagna invasa dal rosa e nero.
Zamparini ha fomentato i sogni dei tifosi del Palermo, portando allo stadio Renzo Barbera giocatori di altissimo livello, molti dei quali ancora oggi in attività, anche come allenatori.
Partiamo con Luca Toni, il bomber che, con i suoi 30 goal, trascinò il Palermo in Serie A nel 2004 e ne mise a segno altri 20 nella stagione successiva. Che dire, poi, di Eugenio Corini, il capitano di quella fantastica squadra, ancora oggi nei nostri cuori. Se si potesse, toglieremmo la statua di Ruggero Settimo dal Politeama e ne metteremmo una sua.
Passiamo a Fabio Grosso. Sì, il difensore romano, oggi tecnico del Frosinone, che a Palermo si conquistò un posto nella Nazionale che vinse i mondiali del 2006 in Germania, decisivo nella semifinale con i padroni di casa. Suo il rigore che sancì il successo con la Francia. Suo l’urlo passato alla storia.
Ah, già. Lamberto Zauli, il nostro Zidane. Che coppia con Luca Toni! Pura magia. E di Andrea Barzagli che si può scrivere? Acquistato dal Chievo Verona nel 2004 e anche lui maglia azzurra, poi ceduto al Wolfsburg, in Germania, prima di tornare in Italia, con la maglia della Juventus, con cui vinse molti titoli. Accanto a lui c’era Cristian Zaccardo, modenese, che con la maglia del Palermo collezionò 142 presenze e 8 reti. Un altro azzurro, campione del mondo, fu Simone Barone, arrivato dal Parma nel 2004. Un metronomo. Parlava poco ma faceva tanto in mezzo al campo.
Ok, andiamo oltre. Ve lo ricordate Mark Bresciano? Tutti abbiamo amato l’esultanza da statua dell’australiano quando segnava un goal. Che brividi al Renzo Barbera… Così come quelli che provocava Edinson Cavani con le sue cavalcate sulla fascia, da una porta all’altra. Come faceva a terminare in piedi le partite? Da Palermo, scovato in Uruguay da Zamparini all’età di 20 anni, è cominciata la sua favola calcistica, con le maglie di Napoli, di Paris Saint Germain e oggi del Manchester United con al fianco Cristiano Ronaldo.
Di bei portieri, poi, il Palermo ne ha avuti tanti. Come Salvatore Sirigu, uno dei più forti numeri uno della storia rosanero, oggi ancora in Serie A.
Sì, nella lunga lista dei campioni c’è Fabrizio Miccoli. Lasciamo perdere la sua vicenda giudiziaria e ricordiamoci che nessuno come lui ha segnato con la maglia del Palermo: 74 goal in 165 partite.
Passiamo alla coda bionda: Federico Balzaretti che aveva sì giocato con Torino, Juventus e Fiorentina prima di indossare la maglia rosanero ma è stato a Palermo che ha dimostrato di essere un gran bel giocatore, guadagnandosi la Nazionale e facendo parte della squadra che ha sfiorato la qualificazione in Champions League (ah se Igor Budan non avesse sbagliato quel goal con la Sampdoria, con il Renzo Barbera strapieno! Ma gli vogliamo tanto bene lo stesso).
A Palermo ci ha fatto sognare anche Amauri, prima di un maledetto infortunio del 23 dicembee 2006 che, se non ci fosse stato, chissà dove saremmo arrivati… Era una furia della natura. Passò poi alla Juventus ma ancora oggi, su Instagram, non fa altro che parlare dei suoi anni in Sicilia.
Attenzione, ora il cuore batte ancora più forte: Javier Pastore, l’argentino. Che classe! Che giocate! Colpi mai visti al Barbera. E quei tre goal al Catania nella stessa partita ancora oggi fanno parte delle partite leggendarie. Fu venduto per 42 milioni di euro al Paris Saint Germain: un grande colpo imprenditoriale di Zamparini. Sì, le sue cessioni ci hanno fatto arrabbiare ma se non avesse venduto, come avrebbe potuto mantenere il Palermo in Serie A? E lo ha fatto, finché ha potuto.
Infine, un trio. Uno di quelli tosti. Uno di quelli che hanno arricchito d’affetto il cuore di ogni tifoso rosanero: Franco Vasquez, Andrea Belotti e Paulo Dybala, il picciriddu. Qui gli occhi diventano rossi per la commozione. E queste lacrime le dedichiamo a Zamparin. Ci hai fatto sognare. Ci hai fatto inca**are. Ci hai trasmesso emozioni indimenticabili. Grazie di tutto.
P.S.: Josip Ilicic, Fabio Simplicio, Cesare Bovo, Mattia Cassani, Franco Brienza, Giuseppe Biava… e tutti gli altri…