Entusiasmo. Questa la parola che fotografa il momento del Palermo che sabato 7 ottobre alle 14 sarà impegnato al Braglia di Modena per la nona giornata del campionato di serie B.
Le due vittorie consecutive su Venezia e Sudtirol hanno riportato in alto i rosanero facendo dimenticare lo scivolone interno col Cosenza. Inoltre è aperta la striscia di vittorie consecutive in trasferta. Se si esclude, infatti, il pareggio di Bari, i siciliani hanno sempre ottenuto i tre punti espugnando Reggio Emilia, Ascoli e Venezia. Dieci dei 16 punti conquistati nelle sette partite fin qui disputate sono stati ottenuti lontano dal Barbera.
Il Palermo, quindi, non vuole fermarsi. Nondimeno la squadra allenata da Corini sarà accompagnata da circa 3.500 tifosi che invaderanno l’impianto emiliano.
Il tecnico Eugenio Corini parla della sfida parlando subito del Modena: “Segue il sistema base dell’anno scorso, difende e attacca con la stessa efficacia, hanno giocatori di qualità come Tremolada e Palumbo, meritano di stare in alto in classifica e vorranno riscattare la sconfitta interna con il Venezia. Con Paolo Bianco hanno fatto degli adattamenti e lavorato sui nuovi principi di gioco. È una squadra solida ed equilibrata”.
Inoltre ha sottolineato: “Dopo l’1-1 con il Sudtirol c’è stato il momento più difficile della partita e loro hanno preso campo. Ecco non devono accadere 10 minuti così a Modena perché rischiamo grosso e loro hanno giocatori per farci male”.
Sui tifosi
Come detto, il Palermo potrà contare su un’arma in più: il pubblico rosanero che sarà presente in massa.
“Stiamo bene e saremo accompagnati da tantissimi tifosi – dice – quando il pubblico si riconosce negli sforzi della squadra i giocatori trovano ulteriori energie, c’è stata grande amarezza dopo la gara con il Cosenza ma ci siamo uniti e siamo stati forti. Siamo professionisti e dobbiamo accettare i fischi come gli applausi.
Corini ricorda i 10mila tifosi rosanero a Milano in A
Parlando dei tifosi, il tecnico rosanero ricorda la prima trasferta del Palermo al suo ritorno in serie A nella stagione 2004-2005. Lui era il capitano di quella squadra. “Se ripenso ai 10mila che ci accompagnarono alla prima trasferta in serie A con l’Inter ho i brividi, l’anno scorso a Modena i tifosi furono fondamentali per trascinarci perché eravamo in un momento particolare del campionato. Questo muro rosanero ci darà una grande mano a superare situazioni difficili, domenica avevo la percezione della delusione del pubblico contro il Cosenza ed è stato bello liberare le mie emozioni dopo la vittoria, di solito faccio un passo indietro nell’esultanza però stavolta mi sembrava giusto festeggiare”.
“Parlare di record fa piacere, ma focus partita dopo partita”
La classifica sorride ampiamente al Palermo che, Parma a parte, è stata la squadra che ha più impressionato in questo scorcio iniziale del campionato cadetto.
“Nelle difficoltà di alcune partite in ritiro vedevo comunque degli aspetti positivi – osserva Corini – perché in allenamento la squadra si comportava bene. Avevamo bisogno di lasciare il segno già a inizio campionato, sappiamo che quest’anno abbiamo una grande responsabilità e che dovevamo fare bene fin da subito. Certo, sentir parlare di record fa sempre piacere ma il mio focus è sempre sulla partita che mi aspetta”.
Cambi fondamentali
Arma vincente finora del Palermo è stata quella dei cambi. La panchina lunga aiuta enormemente e l’allenatore racconta quelli con il Sudtirol: “I cambi sono sempre fondamentali – dice – avendo un solo attaccante di riserva era importante avere il giusto sostegno dal centrocampo, sia Aurelio che Lund stanno facendo molto bene, entrambi hanno doti atletiche pazzesche. Ed è un ruolo a cui chiedo tanto e avere due risorse come loro è fondamentale, i gol con Cosenza e Sudtirol erano imparabili. Sul primo dovevamo fargli pressione prima e sul secondo dobbiamo fare meglio nel due contro due laterale e nella respinta, sono quelle situazioni in cui ci vuole maggiore equilibrio e comprensione di dove cade la palla, sicuramente dobbiamo fare meglio in certe situazioni.
Mancuso come Mandzukic
In principio fu Verre come Modric, poi in estate Soleri come Rumenigge, ora Mancuso come Mandzukic. Eugenio Corini spende parole al miele per Leonardo Mancuso, autore dell’assist per Pietro Ceccaroni nell’azione del primo gol dei rosa ai danni del Sudtirol
“Vedere gli attaccanti sacrificarsi in difesa mi ha fatto molto piacere – osserva – Mancuso in una situazione del genere mi ha ricordato Mandzukic che nella prima Juventus di Allegri faceva avanti e indietro sulla fascia. Ci sono ancora aspetti su cui dobbiamo lavorare sia in difesa che in attacco, portiamo in area tanti palloni ma dobbiamo centrare di più lo specchio della porta, Vasic sta facendo bene e lo vedo più partecipativi nella connessione del gioco, gli serve ancora un po’ di tempo per migliorare alcuni aspetti, a seconda della partita mi sento coperto da tutti i centrocampisti in rosa”.
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