Mastica ancora amaro l’ambiente rosanero dopo la bruciante sconfitta di ieri sera con l’Ascoli. Il Palermo ha perso l’imbattibilità interna che durava da quasi un anno e mezzo ed ha fatto i conti con il suo recente passato. E si è chiuso cono una sconfitta che potrebbe lasciare il segno su alcuni di quei protagonisti che sono stati, al momento delle loro sostituzioni, fischiati sonoramente dal pubblico.
Il 4-2-3-1 tanto caro a Baldini e l’11 di partenza, nel quale non era presente neppure uno dei recenti nuovi acquisti, ha fatto ormai il suo corso. È giunto al capolinea. Non ci sono gli uomini per riproporre questo schema in serie B e l’Ascoli di Christian Bucchi, è stato bravo a sfruttare le situazioni che sono capitate sfruttando in maniera letale le terribili amnesie difensive. Non c’è, la predisposizione per continuare ad utilizzarlo. E da ieri non ci sono più i risultati che ne giustifichino l’utilizzo. E già dai tempi di Baldini si vociferava al miracolo vista l’incredibile cavalcata che il tecnico e la squadra hanno fatto durante i play off riuscendo ad esaltare anche alcuni giocatori che già nella categoria inferiore avevano avuto difficoltà ad emergere.
Questa prestazione mette definitivamente fine ad un’era, radiosa e di breve durata. Adesso comincia un nuovo campionato, nonostante siano già passate tre giornate, quello di serie B con tutte le spigolature della cadetteria. Il 4-2-3-1 è ormai definitivamente tramontato. Corini spinga forte sulla rivoluzione e sullo schema che lui predilige.
Scelte conservative in attesa della rivoluzione
Il tecnico rosanero, Eugenio Corini, non ha voluto rischiare fin da subito i nuovi arrivi (Di Mariano, Segre, Stulac e Bettella), ufficializzati nei giorni scorsi e quindi a corto di allenamenti con il resto della rosa, ed ha preferito affidarsi, per la terza partita di fila, a quello che conoscevano i suoi uomini. Nel frattempo ha lavorato per il 4-3-3 che è ancora in cantiere ma che quando sarà a regime rivoluzionerà sicuramente tutto l’impianto di gioco. Si aspettano le ultime risposte dal mercato e di puntellare ulteriormente questa rosa che solo negli ultimi giorni ha ricevuto ritocchi veramente convincenti.
Il Palermo con la difesa in avaria
La sconfitta di ieri sera è maturata tanto per la bravura degli ospiti nel punire gli avversari, quanto nei continui sbandamenti difensivi dei rosanero. In soldoni, l’Ascoli si è dimostrato squadra navigata di categoria con l’organico puntellato nel modo giusto ed un tecnico, Christian Bucchi, bravo a intravedere le difficoltà avversarie. Il Palermo ha dato cuore ed anima ma si è fatto male con le sue mani.
Pigliacelli è apparso insicuro nelle uscite alte su alcuni traversoni ben tagliati, e sul primo gol è vero che è stato ingannato dal “buco” di Nedelcearu, ma è altrettanto vero che non è stato sufficientemente reattivo nello smanacciare la palla che ballonzolava vicino alla linea di porta, facile preda di Gondo per il momentaneo 1-0. E sul secondo gol preso di sorpresa come l’intero reparto difensivo, non ha potuto far altro che guardare il pallonetto di Gondo (mattatore della sfida con una tripletta) morire sotto la traversa.
Ma è il reparto difensivo che ha maggiormente subito il pressing ed il cinismo dell’Ascoli. Un festival preoccupante di errori che anche in serie C farebbe storcere il muso a molti. Nedelcearu, che con Perugia e Bari aveva offerto prove confortanti, si è perso diventando – suo malgrado – protagonista in negativo della serata storta del Palermo. Sul primo gol sbuccia il pallone, sul secondo rimane sorpreso dalla verticalizzazione centrale, e poi è graziato sul gol di Dionisi annullato per fuorigioco ma nell’azione non era riuscito a fermare il pallone diretto all’attaccante ascolano.
Lancini ha più o meno un gol e mezzo sulla coscienza: nel secondo è inspiegabile come si sia fatto sorprendere centralmente, mentre sul terzo gol non riesce minimamente a contrastare Gondo che lo aggira in velocità e di potenza involandosi in area per il momentaneo 3-1.
Buttaro ha lottato molto sulla sua fascia ma complessivamente è stato probabilmente il meno in difficoltà, contrariamente a Crivello che è andato in sofferenza fin da subito.
Fischi sintomatici
I fischi del Barbera al momento dell’uscita dal campo di Lancini e Crivello la dicono lunga sul tipo di prestazione offerta dai due difensori. Protagonisti in positivo con Baldini fino a due mesi e mezzo fa nei play off di serie C, ma adesso calati in una realtà della serie B che non ammette amnesie e distrazioni.
Il tecnico Corini ed il capitano Roberto Floriano hanno difeso i due difensori. Ma è chiaro che proprio in questo reparto, che col cambio di modulo del tecnico dovrebbe pur sempre rimanere a quattro, servano nuove pedine. Ci sarebbe anche tempo e modo, volendo, per una prova d’appello ma quanto sarebbe alto il rischio? Il City Group dovrà pensare a colmare subito queste lacune o, al più tardi, nel mercato di riparazione. Ma a quel punto si dovrebbe già giocare di anticipo per evitare di rimanere a secco.
Centrocampo in inferiorità
L’imbarcata della difesa è anche figlia della inferiorità in mezzo al campo dello schieramento rosanero. Broh e Damiani hanno opposto una resistenza dignitosa contro un reparto bianconero molto aggressivo schierato da Bucchi. Finché il fiato è durato entrambi hanno offerto sacrificio ed anche una sufficiente qualità. Scesa poi col passare dei minuti per mancanza di lucidità e serenità.
Tridente da rivedere
In avanti non è mancata la prestazione. L’aggressività è stata testimoniata da diversi calci d’angolo ma Leali, il portiere ospite, ha dovuto compiere parate importanti solo in un paio di occasioni.
Elia è probabilmente l’uomo che ha sofferto di più. Non è stato incisivo come nelle due uscite precedenti. La sua prestazione è migliorata nella ripresa quando con l’ingresso dei nuovi arrivi, Corini lo ha spostato sulla corsia difensiva sinistra. Li ha dimostrato di saperci fare anche in copertura dando quello che nella prima ora di gioco era mancato.
Valente, rinvigorito ulteriormente dal gol di Bari, ha offerto una buona prova offensiva. Dai suoi piedi sono nate le occasioni più pericolose del Palermo. Il momentaneo pareggio di Brunori è figlio di un calcio d’angolo battuto dal numero 30 rosanero. Peccato per la seconda ammonizione nata da un fallo di frustrazione all’89’ che gli è valsa la seconda ammonizione e l’espulsione. In poche parole, dalle stelle del primo gol in serie B realizzato la settimana scorsa a Bari, alle stalle della mesta uscita fuori dal campo per il cartellino rosso.
Ineccepibile dal punto di vista dell’impegno la prova di Floriano. Il capitano ha lottato offendo quantità e ed anche qualità. Una cosa non semplice in serie B a 36 anni.
Brunori a segno ma non può fare reparto da solo
Anche l’apporto di Brunori al centro dell’attacco non è mancato. Sua la rete del momentaneo pareggio con un colpo di testa in tuffo nel cuore dell’area di rigore su sponda di Nedelcearu. Avrebbe anche al suo attivo un bel colpo di testa a lato ma è troppo poco, alla luce dei fatti, per rimanere sereni.
A volte il bomber del Palermo, al suo secondo gol in campionato dopo quello su rigore col Perugia, è parso troppo solo e privo di sostegno.
La difesa dell’Ascoli, su azione e palla a terra, lo ha quasi sempre sovrastato concedendogli pochi palloni giocabili verso la porta o verso i compagni. Probabilmente servirebbe un suo vice, tanto volte caldeggiato dagli appassionati.
I nuovi innesti hanno impressionato
Hanno ben impressionato i nuovi innesti. Corini sull’1-3 ha deciso di mischiare le carte e di chiudere definitivamente l’era Baldini pur rimanendo sostanzialmente con un misto tra il 4-2-3-1 ed il suo 4-3-3. Il dinamismo dei nuovi anche se non ancora ben integrati col resto della rosa, ha dato nuova linfa. Forse più un fatto di nervi ma il calcio è fatto anche di questo essendo il fattore umano imprescindibile ed avulso da regole e schemi. Del resto la vittoria ascolana è nata da errori dei singoli.
Stulac, Segre, Di Mariano e Bettella hanno fatto la differenza. Ritmi e trame di gioco sono cambiati, e si ha avuto la sensazione di un avvenuto cambio di passo. La rete di Segre di testa su azione di calcio d’angolo battuto da Stulac è un esempio. Ma anche i passaggi e le marcature sono diventati più efficaci. E se il Palermo ha avuto la possibilità di pareggiare nel finale e trovare un 3-3 che probabilmente non sarebbe stato demeritato visto l’impegno profuso da tutti, anche da chi ha avuto i suoi cali di concentrazione, è sicuramente merito loro.
A questo punto sorge la classica domanda: e se Corini avesse pensato prima ai cambi? Nessuno, lui compreso, ha la sfera di cristallo. Rimangono i dubbi, forse i rimpianti, ma c’è tempo e modo di recuperare.
Chiudere il calciomercato per un Palermo più solido
Mancano quattro giorni all’1 settembre, giorno in cui si chiuderà questa ennesima, folle, sessione di calciomercato. L’arrivo di Mateju è confortante ma probabilmente servirebbe un altro centrale difensivo. Potrebbe arrivare Saric che proprio nei minuti finali è entrato nelle file dell’Ascoli. Potrebbe, condizionale obbligato, esserci l’alternativa Machin. Tutto da vedere.
Il tecnico Eugenio Corini sicuramente si sarà fatto un’idea ed accorto delle carenze che si sono palesate in 90 minuti. La proprietà ha assecondato le richieste dell’allenatore. Le ultime ore di mercato potrebbero portare ulteriori novità.
La transizione tattica del Palermo è ormai partita
Ed è chiaro che a questo punto la transizione tattica (oltre che tecnica) del Palermo sia ormai in piena fase di attuazione. Ieri un assaggio ma già a Reggio Calabria con la Reggina si dovrebbe vedere un altro tipo di squadra con interpreti diversi, soprattutto in difesa ed a centrocampo.
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