Nella vita di tutti giorni è metalmeccanico a San Filippo del Mela. La sera, tolta la tuta da lavoro, indossa il suo completo da portiere ed i guanti, e si allena con l’entusiasmo di un ragazzino nelle file del Torregrotta, squadra del Messinese che milita nel campionato di Seconda Categoria.
Salvatore Nastasi, 58 anni il prossimo 24 marzo, è passato alla ribalta nazionale non solo per essere sceso in campo da titolare nella partita di campionato tra il Torregrotta ed il Terzo Tempo ma anche per essere stato protagonista assoluto del match vinto 2-1 dai suoi. Più del compagno di squadra Giuseppe Sottile, a segno due volte in questa sfida.
Capita, infatti, che una fredda domenica di metà gennaio, in un campo di provincia, si entri nella storia. Un po’ perché se non è record di longevità assoluto poco ci manca, un po’ perché a quasi 58 anni è difficile immaginare di trovare un portiere che voli da un palo all’altro e che, soli pochi minuti prima della partita, passeggi tranquillamente a bordo campo col nipote in attesa dell’arrivo dell’arbitro, giunto con un’ora di ritardo. Il bello, e la magia dei campionati minori e dei campi di periferia e provincia, in fondo, sta in questo.
L’impresa con il Terzo Tempo
Nella partita del Torregrotta con il Terzo Tempo, nel girone C della Seconda Categoria siciliana, nonno Nastasi (senza virgolette perché è nonno veramente di tre nipoti di 5 anni, 1 anno ed il più piccolo di 3 mesi), scende in campo dal primo minuto. Il portiere titolare Alessandro Maceri, che ha quasi 33 anni in meno, è infortunato.
Nessun problema per il Torregrotta che cala il jolly. Salvatore Nastasi, che è nella rosa da tre stagioni, torna ad indossare la numero 1 dopo aver giocato nella sfida di ritorno del primo turno di Coppa Trinacria di categoria vinta sul Don Peppino Cutropia a novembre. Ed in campionato, lo scorso dicembre, ha difeso i pali nel finale della sfida vittoriosa sul terreno della Real Itala mantenendo la porta inviolata.
I padroni di casa vincono 2-1 in rimonta grazie ad una doppietta di Giuseppe Sottile ma è Nastasi a mettere la firma, le mani, l’istinto e l’esperienza sul risultato con diversi interventi decisivi. Non solo spettacolari ma anche concreti: è dopo una sua uscita disperata a tu per tu con l’attaccante avversario che nasce la rete del 2-1 dei suoi compagni. Insomma, le 58 primavere del numero 1 originario di San Pier Niceto non si sono fatte sentire sul piano fisico. Nemmeno con una illuminazione artificiale approssimativa.
Sorpreso dalla notorietà
A fine partita, l’eroe del match si è mostrato emozionato. Ma al tempo stesso sorpreso dalla notorietà mediatica. “No, non lo immaginavo – spiega a BlogSicilia – perché alla fine ho sempre giocato. Fa piacere, chiaramente, ma mi vivo tranquillamente la vita di tutti i giorni dividendomi tra lavoro, famiglia ed allenamenti”.
Nessun segreto particolare, “Solo passione ed allenamento”
Abbiamo chiesto al longevo portiere del Torregrotta se avesse un segreto. “No, nessun segreto in particolare – sottolinea – la voglia di giocare e di mettersi sempre alla prova. È bello quando, dopo una faticosa giornata di lavoro, ed alcune volte la stanchezza si fa sentire realmente, sfidarsi in campo con ragazzi di 18 anni. Loro provano a segnare e le sfide diventano sempre più interessanti quando non riescono a farlo o prendo il pallone in alcuni modi”.
E continua: “Penso, inoltre, che l’allenamento costante sia fondamentale. Alla mia età è sempre più difficile reggere il confronto fisico con i più giovani. Per farlo mi alleno seriamente. E nei periodi in cui ci sono pause di campionato o la stagione deve iniziare, faccio anche due-tre volte a settimana, lunghe passeggiate che arrivano anche a 20 chilometri”.
“Sono qui, a disposizione e per giocarmi il posto”
La competizione e la voglia di emergere sono due caratteristiche che in Nastasi non mancano. L’età per lui non è una discriminante. “Sono a Torregrotta a disposizione della causa e per giocarmi il posto – dice – sia chiaro che il titolare sia Maceri, un ragazzo veramente in gamba e che può fare molto bene anche in categorie superiori. Ma posso dire la mia. Il mister ed i compagni lo sanno”.
“Per stare in porta bisogna essere un po’ folli”
Freddezza, istinto felino ed intuito sono le doti fondamentali di un portiere. Chi gioca in questo ruolo può rientrare in due grandi categorie: pacato, si ricordino Dino Zoff o Manuel Neuer, o “folle”, Thomas N’Kono o Renè Higuita. Salvatore Nastasi, per sua stessa ammissione, appartiene alla seconda.
Chiamato ad inizio carriera Zaninelli (portiere che in quegli anni, dal 1980 al 1983 disputò tre stagioni in serie A nel Catanzaro di Palanca), sostiene che “Per fare il portiere bisogna essere un po’ folli. Ma – continua – è giusto esaltarsi solo quando serve perché l’errore è dietro l’angolo. Passare dalle stelle alle stalle da una partita all’altra o nello stesso match è una cosa naturale perché l’errore è dietro l’angolo. Non bisogna esaltarsi, né tanto meno scoraggiarsi perché tutti fanno errori, anche in Champions”.
Il gol alla Juve Scala in Seconda Categoria
E sempre nell’ottica di essere fuori dai canoni del portiere tradizionale, nella quasi quarantennale carriera, Salvatore Nastasi ha pure segnato una rete. Non di testa su azione di calcio d’angolo come a volte capita, il capostipite in Italia tra i professionisti è stato Michelangelo Rampulla in un Atalanta-Cremonese della stagione 1991-92 in serie A al ’90, ma in un’azione nata da uno schema su calcio di punizione “Era una partita Seconda Categoria del 1987 – ricorda il portiere – ed eravamo in svantaggio per 3-1 a venti minuti dalla fine. Decisi, così, di spingermi in avanti. Chiesi palla su un’azione di punizione che riuscì: mi presentai solo davanti al portiere e segnai. Ma poi abbiamo perso ugualmente perché non riuscimmo a fare un’altra rete. Ricordo che fu emozionante”.
Ma il suo modello è Zoff
“Si, il mio portiere preferito rimane Dino Zoff – sottolinea Nastasi – perché per me è l’emblema di questo ruolo”.
Nessun accenno al ritiro, “Mi trovo bene qui a Torregrotta”
A quasi 58 anni, e con l’entusiasmo di un ragazzino, Salvatore Nastasi non sembra pensare al ritiro. “Sto bene, l’ambiente è bello – spiega – se il Torregrotta vuole continuare, proseguiremo assieme. È vero, mi hanno chiamato altre squadre ma sto bene qui e voglio rimanere. Tra l’altro sia con molti compagni che con il mister, abbiamo giocato diverse stagioni in passato e c’è feeling”.
Una lunga carriera in provincia cominciata nel 1982
Salvatore Nastasi ha cominciato la sua carriera nel lontano 1982 (l’anno in cui l’Italia vinse i Mondiali in Spagna per la terza volta nella sua storia). Per motivi di lavoro ha sempre disputato campionati minori pur avendo avuto la possibilità di andare ben oltre la Prima Categoria o la Promozione. Cominciò nelle fila della Polisportiva Bernigra San Pier Niceto, iniziando dalla Terza Categoria e vincendo due campionati consecutivi fino ad arrivare alla Prima Categoria. Avrebbe terminato la carriera nel 2004, a 40 anni. Come molti colleghi tra i pali. Se non ché l’Asd Milazzo non lo chiamò a novembre di quell’anno.
“Di fatto – osserva il portiere – il periodo da maggio a novembre del 2004 è stato quello più lungo di inattività. Ho sempre giocato alternandomi al lavoro sempre nei campionati di Categoria”.
La partita perfetta? Un play out per evitare la Seconda Categoria
Nella carriera di un calciatore c’è sempre lo spazio per il ricordo di una partita perfetta. Nel caso di un portiere, ad esempio, potremmo facilmente intuire che quelle di estremi difensori del calibro di Jerzy Dudek sia stata la finale di Champions del 2005 vinta dal Liverpool ai rigori sul Milan atomico di Kakà, Dida, Pirlo, Crespo, Maldini e soci. O per Buffon i 120 minuti con la Germania nella semifinale del Mondiale 2006 vinto poi ai rigori dagli Azzurri. O Italia-Brasile 3-2 dei Mondiali di Spagna 82 quando Zoff salvò all’ultimo secondo il risultato su un colpo di testa di Oscar.
Per Salvatore Nastasi, invece, è la sfida tra Asd Milazzo e Pro Falcone finita 1-0 e valida per i play out di Prima Categoria nella stagione 2004-05, quella per intenderci che diede inizio alla sua seconda carriera. Una partita per evitare la retrocessione in Seconda Categoria. “Si giocava in campo neutro – ricorda Nastasi – ed in quell’occasione riuscì a fare parate che salvarono il risultato in diverse occasioni. Almeno una decina. Sicuramente è la mia partita migliore, quella che ricordo e che racconto più volentieri”.
Boranga e Ballotta
Il portiere del Torregrotta, Salvatore Nastasi, con i suoi quasi 58 anni è, quasi sicuramente, l’estremo difensore meno giovane in attività in Italia. Nel recente passato altri portieri hanno dato prova di grande longevità, sia in categorie dilettantistiche che professionistiche.
Il caso di Lamberto Boranga ha fatto parlare molto. Classe ‘42, iniziò la sua carriera da professionista ad inizio degli anni ’60 e nella stagione 79-80 la concluse parando in squadre come Perugia, Fiorentina, Reggiana, Brescia, Varese, Cesena e Parma.
Poi dal 1980 al 1984 parò nel Foligno ma nel 2009, all’età di 66 anni firmò con l’Ammeto in Seconda Categoria umbra. Nella stagione successiva si accasò con il Papiano accumulando in 4 anni 65 presenze sempre in Seconda Categoria umbra. Nel 2018 è poi andato nelle Marche per giocare in Terza Categoria con la Marottese, 18 partite in due stagioni per ritirarsi – e questa volta definitivamente – nel 2020 all’età di 77 anni e 7 mesi.
Marco Ballotta, classe ’64 proprio come Nastasi, invece, è ancora recordman tra i professionisti ed oltre a vantare una lunga e prestigiosa carriera in serie A, lo si ricorda per diversi primati. Ad oggi è il giocatore più anziano ad aver disputato un incontro in massima serie (44 anni e 38 giorni), è il più anziano ad esser sceso in campo in Champions League con i suoi 43 anni e 253 giorni. Entrambi firmati con la Lazio. Ed ha anche un record di imbattibilità in partite interne di 1427 minuti, dal 67’ della penultima partita casalinga della stagione 1988-89 al 54’ della terzultima sfida casalinga del campionato 1989-90 quando indossava la casacca del Modena.
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