Tra i 12 arrestati al termine dell’operazione Asmundo c’è anche Giuseppe Sorbello, ex sindaco di Melilli, nonché ex assessore regionale, accusato dai carabinieri e dai magistrati della Procura distrettuale antimafia di Catania di aver “accettato la promessa di ottenere voti in cambio di denaro e dell’impegno ad operarsi per agevolare la scarcerazione del figlio di un affiliato” in occasione delle elezioni amministrative a Melilli nel 2022.
In quell’occasione, Sorbello sfidò l’uscente Giuseppe Carta, parlamentare regionale del Mpa, perdendo, però, nettamente il confronto.
Sono stati i carabinieri a notificargli il provvedimento di arresto e come disposto dal gip del Tribunale di Catania si trova ai domiciliari e nelle prossime ore, così come gli altri arrestati, si sottoporrà all’interrogatorio di garanzia: in quell’occasione potrà difendersi dalle pesanti accuse mosse dagli inquirenti.
Scambio elettorale politico/mafioso, estorsioni, detenzione di armi e stupefacenti, introduzione in carcere di dispositivi telefonici, sono solo alcuni dei capi di imputazione contestati agli indagati.
La carriera politica di Giuseppe Sorbello è piuttosto ricca: oltre ad essere stato sindaco di Melilli, ha ricoperto altre cariche, tra cui il consigliere comunale di Melilli, deputato regionale ed assessore regionale al Territorio ed ambiente.
Non è la prima volta che Sorbello incappa in una inchiesta antimafia. Nell 2012 venne raggiunto da un avviso di garanzia notificato dai carabinieri per voto di scambio nell’ambito di una inchiesta della Procura distrettuale antimafia di Catania. In quel periodo ricopriva la carica di deputato regionale, nelle file dell’Udc e dopo quel provvedimento decise di dimettersi dall’incarico di vicecapogruppo del partito all’Assemblea regionale siciliana, sospendendosi da tutti gli incarichi di partito.
“Mi ritengo estraneo ai fatti che mi vengono contestati e anzi chiedo ai magistrati di poter essere ascoltato nel più breve tempo possibile”, affermò lo stesso Sorbello che nel 2018 venne assolto.