“Sono stati spesi 242 mila euro per il villaggio destinato a migranti e noi non abbiamo i servizi, tra cui il gas”. Lo ha detto nel corso della trasmissione Dritto e Rovescio andata in onda ieri sera su Rete4, una residente di Cassibile, il quartiere di Siracusa dove saranno realizzati degli alloggi per ospitare i braccianti che si riverseranno in questo fazzoletto della Sicilia per lavorare nei campi.
Contro la costruzione del villaggio, che potrà contenere fino ad un massimo di 100 persone, si è schierato il Comitato No Villaggio. “Stanno allestendo le sbarre, come fossero animali ma questa non si può di certo chiamare integrazione” ha detto Paolo Romano, portavoce del Comitato che, nelle settimane scorse, ha organizzato diverse proteste e chiesto un incontro con il prefetto di Siracusa.
Come più volte ribadito dai componenti del Comitato, il rischio è, inoltre, che quegli alloggi saranno insufficienti, in quanto, ogni anno, si riversano in questa zona almeno 500 braccianti. Solo il Comune di Siracusa ha provveduto a spendere i soldi per la realizzazione di mini abitazioni, con tanto di servizi, mentre le altre amministrazioni, fatta eccezione per Lentini, non hanno impiegato i fondi del ministero dell’Interno per costruire case per i braccianti. Per cui, sarà quasi inevitabile, che il peso ricadrà tutto sulle spalle di Cassibile.
“Alla luce di questa situazione, gli stranieri che non troveranno posto in questo villaggio, peraltro realizzato in una zona priva di servizi e dunque molto difficile, occuperanno abusivamente delle case” ha spiegato Paolo Romano nel corso della trasmissione Dritto e Rovescio. Il Comitato ha anche presentato un esposto in Procura, sostenendo che l’area dove sorgerà il villaggio per i migranti ha una destinazione d’uso diversa da quanto previsto dal Piano regolatore della città.