- L’area orlandiana del Pd punta su l’ex ministro Provenzano per la presidenza della Regione
- E’ in vacanza a Noto ma lavora per la sua candidatura
- Sempre più fredda l’ipotesi Claudio Fava
E’ in vacanza, nella zona di Noto, nel Siracusano, insieme alla sua famiglia, Giuseppe Provenzano, a godersi il mare e la cucina. Ma l’ex ministro per il Sud e la coesione territoriale del governo Conte II, tra un tuffo nel mare di San Lorenzo e le passeggiate, lavora per essere il candidato del Centrosinistra alle prossime elezioni regionali.
Vacanze ed elezioni
Insieme a lui c’è l’ex assessore regionale ed ex presidente della provincia di Siracusa, Bruno Marziano, originario di Noto, appartenente all’area Orlando del Pd, uno dei sostenitori più fervidi di Provenzano, mentre l’altro alfiere del Pd impegnato nella corsa a diventare il leader della coalizione di Centrosinistra, è il segretario regionale Anthony Barbagallo, è sostenuto dai Dem del ministro Dario Franceschini.
“Sinistra e mondo produttivo”
“Nell’anno in cui Provenzano è stato ministro – spiega a BlogSicilia l’ex assessore regionale, Bruno Marziano – abbiamo notato apprezzamenti da parte di un mondo più ampio della sinistra del Pd. Molti piccoli e medi imprenditori hanno apprezzato le sue scelte politiche ed amministrative, oltre al fatto che si erano finalmente accesi i riflettori sul Mezzogiorno”.
Il voto moderato
L’idea della corrente orlandiana è di allargare il consenso elettorale, partendo dall’assunto che, per vincere le elezioni e far tornare il Centrosinistra alla guida della Regione, è necessario anche il voto dei moderati.
Fava non scalda
Il presidente della Commissione parlamentare regionale antimafia, Claudio Fava, che si è proposto a capo della coalizione di Centrosinistra, non scalda il cuore del Pd. Gli orlandiani vogliono un nome nuovo, con esperienza di governo, e soprattutto uno capace di parlare con il mondo delle imprese.
Ieri su La Sicilia, Fava ha lanciato un ultimatum al Pd. “Il Pd deve scegliere – ha detto Fava a La Sicilia – fra queste due opzioni diverse: da un lato una coalizione fondata su un’idea, un linguaggio, una visione del fare e dall’altro un’accozzaglia con chi vuol starci, tenuta assieme dalla presunta migliore competitività. Sono due idee diverse, incompatibili”.
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