“Il Governo attivi il Golden Power al fine di monitorare il processo di vendita, valutare i programmi di investimento e vincolarli a prescrizioni volte a tutelare occupazione, salute e ambiente”. Lo chiede il senatore del Pd, Antonio Nicita, a poche ore dall’annuncio della cessione delle raffinerie Isab Lukoil alla Goi energy, di proprietà di un fondo con sede legale a Cipro.
Che cosa è il Golden power
Che cosa è il Golden power. E’ un istituto, introdotto nel nostro ordinamento il 15 marzo del 2012, per conferire al Governo la facoltà di porre condizioni o veti in caso di tentativi di acquisto “ostile” da parte di una società estera di un’azienda italiana strategica o attiva in un settore ritenuto fondamentale.
I dubbi di Nicita su Lukoil
Nicita, nel commentare la notizia della cessione della Litasco, la società italo svizzera con partecipazione russa, nell’orbita del colosso russo Lukoil, proprietaria delle raffinerie di Priolo, evidenzia l’atteggiamento dell’azienda, che, dopo aver lanciato l’allarme sulla chiusura del credito da parte delle banche, rendendo impossibile la possibilità di comprare petrolio da raffinare da altri paesi per via dell’embargo alle importazioni dalla Russia a partire dal 5 dicembre scorso, ha scovato il denaro per acquistare prodotto ed andare avanti.
“Dopo la pubblicazione del Decreto che conferiva al Governo – dice Nicita – la facoltà di attivare l’amministrazione temporanea per la società Litasco/Lukoil, secondo il modello tedesco di Rosneft, la Società aveva stupito tutti chiarendo che, grazie alla Comfort letter del Governo, e contrariamente a quanto da essa sempre sostenuto, avrebbe potuto continuare con mezzi propri l’importazione di petrolio non russo, annunciando al contempo la volontà di vendere l’asset”.
Sistema in crisi
Secondo il senatore del Pd, “l’annuncio della vendita oggi non risolve le criticità emerse nell’ultimo anno, ovvero la fragilità del sistema produttivo industriale del siracusano, esposto, da un lato a dinamiche congiunturali e geopolitiche e dall’altro alla necessità di investimenti in transizione ecologica ed energetica capaci di mantenere e riqualificare l’occupazione”
“Il Governo avrebbe già dovuto esercitare senza ritardo, in questo contesto così complesso, l’opzione di amministrazione temporanea pubblica id gestione, per mettere in sicurezza, prima di ogni ipotesi di vendita, il futuro della sostenibilità economica e ambientale dell’area, anche con il coinvolgimento di altri attori pubblici” conclude Nicita.
“Parti sociali siano coinvolte” dice la Cisl
“Auspichiamo che si coinvolgano le parti sociali in questo processo e che sia fatta chiarezza sul futuro dell’azienda e dunque dei lavoratori”. A dichiararlo sono Stefano Trimboli e Alessandro Tripoli, rispettivamente segretario generale Femca Cisl Sicilia e segretario generale Femca Cisl Ragusa Siracusa. “Nonostante le rassicurazioni che il nuovo proprietario ha dato e che riguardano essenzialmente quelle di mantenere inalterati i livelli di occupazione e garantire adeguate condizioni di salute e sicurezza – aggiungono Trimboli e Tripoli – resta per la parte sindacale, il timore di non essere partecipi di questo percorso. Abbiamo appreso della vendita a cose fatte, dato che le operazioni sono state concluse in maniera secretata”.
La Femca Cisl annuncia che vigilerà sul pieno mantenimento dei livelli occupazionali e sulle garanzie in materia di salute e sicurezza. “Siamo convinti che ci siano tutte le condizioni per un rilancio reale dello stabilimento Isab di Priolo – aggiungono Trimboli e Tripoli – che può contare su manodopera altamente specializzata e professionisti dotati di un know how ragguardevole. Ci aspettiamo che la Goi Energy ci convochi per confrontarci sull’effettivo scenario dei lavoratori e dell’azienda”.
La prudenza della Filctem Cgil
“Guardiamo con attenzione all’operazione di vendita dell’Isab di Priolo alla Goi Energy, da parte di Lukoil. Potrebbe essere una svolta per l’ impianto e per il territorio ma la prudenza è d’obbligo. Un ruolo di garanzia deve essere esercitato anche dal Governo nazionale”. Lo scrivono in una nota congiunta il segretario generale nazionale della
Filctem Cgil Marco Falcinelli, il numero uno della categoria in Sicilia Giacomo Rota e il segretario della Filctem di Siracusa Fiorenzo Amato.
“Aspettiamo di conoscere il piano industriale- affermano i tre sindacalisti- di avere certezza che saranno assicurati gli attuali livelli occupazionale e che ci siano anzi prospettive di crescita. Da parte nostra siamo pronti al confronto. Alla Regione- aggiungono gli esponenti della Filctem- chiediamo di assicurarsi che ci siano da parte del Fondo gli investimenti sulle azioni di transizione energetica necessari ad allinearsi agli obiettivi Ue sul clima e quelli funzionali
al rilancio dell’impianto e del territorio”.