- Denuncia di un’associazione sulle mancate vaccinazioni per i pazienti psichiatrici
- Scritta una lettera ai vertici dell’Asp di Siracusa
- Gli infermieri di Psichiatria destinati ai Pronto soccorso di Avola e Noto
“Non è ancora iniziata la campagna di vaccinazione per gli ospiti delle Comunità terapeutiche assistite”. Lo denunciano Gaetano Sgarlata e Carmela Carbonaro rispettivamente Presidente regionale e delegata provinciale dell’associazione “Si può fare per il lavoro di comunità”, associazione che difende i diritti delle persone affette da patologia psichiatrica, che hanno inviato una lettera ai vertici dell’Asp di Siracusa (al direttore generale, Salvatore Lucio Ficarra, il direttore sanitario Salvatore Madonia ed al direttore del Dipartimento di Salute mentale, Roberto Cafiso).
Pazienti come reclusi
L’associazione, in merito alla posizione dei pazienti psichiatrici, precisa che “all’entrata in vigore delle norme anti Covid erano stati equiparati ai pazienti delle Rsa ma nel momento della vaccinazione sono normali cittadini che debbono aspettare il loro turno. Questo li condanna ulteriormente ad altri mesi di reclusione come se non bastassero i 13 mesi già vissuti così”.
Carenza infermieri in Psichiatria
Come se non bastasse, ci sono grosse criticità, secondo l’associazione “Si può fare per il lavoro di comunità”, anche nelle strutture pubbliche. “Gli infermieri della Psichiatria prima distratti per l’emergenza Covid ora sono stati destinati ai Pronto Soccorso degli ospedali di Noto e di Augusta, diventando di fatto i tappa buchi delle ataviche inadempienze dell’Asp” spiegano Gaetano Sgarlata e Carmela Carbonaro.
Chiusura dei centri
I problemi per i pazienti psichiatrici e naturalmente per le loro famiglie non sono finiti qui. Come denunciano ancora i vertici dell’associazione, ci sono altri nodi da sciogliere. “Segnaliamo la chiusura ancora del Servizio psichiatrico di diagnosi e cura di Avola; chiusura di fatto del Centro diurno di Siracusa aperto solo per forma; gli ambulatori dei Centri di salute mentale di Avola, Noto ed Augusta allocati in Ospedale – dicono Gaetano Sgarlata e Carmela Carbonaro – e non nel territorio e la chiusura dell’ambulatorio di Rosolini; nessuna assunzione, anche se a tempo determinato, delle 30 figure di operatori mancanti dalla pianta organica attualmente vigente (medici, infermieri, psicologi, assistenti sociali); la non attivazione della Consulta delle associazioni dei familiari e degli utenti; nessun inizio di lavoro sulla redazione del Piano di Azione locale; nessun passo avanti sull’applicazione del budget di salute”.
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