Un tempo, un immobile in via Bainsizza, nel quartiere della Borgata, a Siracusa, ospitava i summit mafiosi ma dopo la confisca il Comune ha deciso di riconvertirlo. Diventerà una sartoria dove lavoreranno ex detenuti per favorirne il reinserimento sociale ed economico.
La struttura, vasta 100 metri quadrati, sarà suddivisa in tre aree: l’ufficio stile, nel quale i progetti prendono forma e vita; la sartoria, che realizza praticamente tutto ciò che viene progettato ed infine lo showroom, nel quale ogni pezzo realizzato verrà esposto per la vendita al dettaglio.
“All’interno dell’immobile sarà realizzato un soppalco in modo da doppiare gli spazi a disposizione – ha spiegato Gaetano Bex, Rup del Comune di Siracusa – Saranno, inoltre, abbattute tutte le barriere architettoniche nell’ottica di un’inclusione sociale maggiore”.
“Si tratta di un progetto che mi riempie di orgoglio perché questa – ha detto il sindaco Francesco Italia è la prima volta in cui l’Amministrazione comunale riesce a portare a casa un progetto così ampio e qualificato all’interno del programma di riqualificazione dei beni confiscati alla criminalità organizzata”.
La riconversione dell’immobile è stata possibile grazie al progetto “Le tele di Aracne”, redatto dal Comune di Siracusa, che ha ricevuto il finanziamento ministeriale “Pon Legalità 2014-2020” per favorire “L’inclusione sociale attraverso il recupero di beni confiscati alle mafie”, per un importo di oltre 800 mila euro, di cui il 100% a fondo perduto.
“Un esempio virtuoso di un Comune che spende fondi ricevuti nell’ottica della trasparenza” – ha sottolineato Valentina D’Urso, responsabile ufficio gestione e attuazione del Pon legalità. “Un progetto che mira a dare una seconda possibilità ai più giovani – ha affermato Stefano Papa, ministero di Giustizia – L’idea è quella di fare capire che la vita è altra cosa, ben lontana dall’illegalità e che una seconda strada è possibile”. Uno strappo con la società civile che, tramite ago e filo, si vuole ricucire per dare un nuovo futuro.
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