Il gip del Tribunale di Siracusa, Francesco Alligo, ha disposto l’archiviazione nei confronti di Giovanni Cafeo, deputato regionale della Lega, indagato nel 2016 per turbativa d’asta e traffico di influenze in relazione ad una bando per la gestione degli asili nido quando, in quel periodo, il parlamentare all’Ars era Capo di gabinetto del Comune di Siracusa.
Insieme all’esponente politico, era finita un’altra persona sotto la lente di ingrandimento della Procura di Siracusa, due anni prima dello scoppio dello scandalo denominato Sistema Siracusa: ad entrambi veniva contestato “di avere determinato, mediante promesse, l’aggiudicazione di un lotto dell’appalto per la gestione degli asili nido ad un consorzio” emergeva nella ricostruzione dell’accusa.
Al termine delle indagini, il pm della Procura, Tommaso Pagano, ha, però, evidenziato che “non vi sono elementi per ritenere che Cafeo abbia avuto una influenza distorsiva sulle procedure di assegnazione degli asili nido siracusano”. Inoltre, questa stessa influenza “pare smentita anche dagli esiti della consulenza disposta nel corso delle indagini suppletive”.
“Non ho mai avuto alcun dubbio sull’esito dell’inchiesta – commenta il deputato regionale della Lega, Giovanni Cafeo – sia per la consapevolezza di essere completamente estraneo ai fatti sia per la fiducia che, nonostante il clima non sereno vissuto in quegli anni a Siracusa, ho sempre riposto nella magistratura”.
“Proprio in virtù di queste convinzioni, ho preferito nel corso degli anni mantenere un profilo basso, ignorando gli attacchi a sfondo giustizialista che però si sono dimostrati, come spesso accade, strumentali e soprattutto lontani dallo spirito garantista che contraddistingue il nostro sistema giudiziario – prosegue Cafeo – fondato per fortuna sul riconoscimento dei diritti costituzionalmente garantiti e non sui post attira-like dei social”.
Il deputato Ars della Lega pone anche l’accento sui tempi lunghi della giustizia.
““Andando però oltre la mia vicenda personale, è evidente ormai la necessità di una riforma della giustizia che intervenga sia sui tempi sia sulle conseguenze dei ritardi per la vita delle persone e delle imprese interessate da procedimenti giudiziari – conclude Cafeo – per questo sostengo con convinzione e invito a firmare per il referendum sulla Giustizia, nella speranza che possa spingere politica e magistratura ad affrontare finalmente un tema che oltre a condizionare le carriere di politici e magistrati, rappresenta spesso uno dei disincentivi agli investimenti nel nostro paese”.