Gli agenti di polizia di Siracusa hanno arrestato una coppia campana, lui 42 anni, lei 48 anni, accusati di tentata truffa aggravata ai danni di un anziano.
Secondo quanto emerso nelle indagini, la vittima, nella giornata di ieri, ha ricevuto una telefonata, sull’utenza fissa, da parte di un uomo che si sarebbe spacciato per un carabiniere che lo avrebbe sollecitato a consegnargli 9 mila euro o l’equivalente in preziosi quale risarcimento per un incidente stradale causato dal figlio che si trova in una città del Nord Italia.
Il pensionato, per nulla convinto di quella ricostruzione, ha chiamato il numero di emergenza e l’operatore che in quel momento era in servizio ha chiesto l’intervento degli agenti della Squadra mobile. Frattanto, la donna si è presentata nell’abitazione dell’anziano per riscuotere la somma in denaro o i preziosi ma dentro casa ha trovato i poliziotti che hanno poi immobilizzato il complice, rimasto nella sua macchina.
Come disposto dalla Procura di Siracusa, gli arrestati sono stati accompagnati in carcere e gli investigatori della Squadra Mobile stanno effettuando perquisizioni in due città campane.
Le app di messaggistica istantanea rappresentano sempre di più il veicolo preferito dai cybercriminali per adescare giovani in cerca di lavori che non richiedano competenze specifiche e possano essere svolti comodamente da casa.
“Ciao! Mi dispiace disturbarla! Posso avere un po’ del tuo tempo per un po’?”. Rispondendo a questo messaggio una presunta “reclutatrice” tenterà di invogliarti ad accettare un’allettante proposta di lavoro: “La nostra azienda sta reclutando dipendenti per un’opportunità di lavoro part-time da casa per seguire vari marchi che vogliono pagare per aumentare la loro popolarità seguendo i loro account Instagram. Basta seguire gli account consigliati che ti vengono forniti, dove puoi guadagnare da 100 a 500 € al giorno, pagamento tramite PayPal o Postepay e tutto ciò di cui hai bisogno è Instagram e Telegram. Se hai entrambi possiamo iniziare”.
La richiesta è semplice: vedere alcuni video, mettere “mi piace” e inviare alla reclutatrice come prova gli screenshot dell’attività svolta. In realtà si tratta di una truffa, resa credibile dai primi pagamenti che conquistano la fiducia dell’utente. La vittima del raggiro sarà successivamente indotta a versare una somma di denaro, con la scusa di sbloccare i guadagni conseguiti o di frequentare corsi di formazione, in altri casi persuasa a fornire dati personali e bancari per redigere falsi contratti di lavoro.