- Tratta ferroviaria Catania-Siracusa chiusa per lavori
- Gli interventi dureranno dal 13 giugno fino alla fine di luglio
- Impossibile differire i lavori ad ottobre per non penalizzare studenti e pendolari
- Il parlamentare nazionale del M5S chiede alla Regione di potenziare il servizio dei bus
Dal 13 giugno e per tutto il mese di luglio, la linea ferroviaria tra Catania e Siracusa rimarrà chiusa per dei lavori di manutenzione programmati da Rfi. Operatori economici imbufaliti per il periodo scelto dal gestore del servizio, in piena estate, e con il turismo alle porta, ormai liberato dalle restrizioni legate al Covid19, il rischio è di rendere difficoltosa la vacanza per i visitatori.
Le ragioni del periodo dei lavori
“In rapporto di collaborazione istituzionale, ho chiesto anzitutto di verificare la possibilità di differire i lavori, seppur importanti, riprogrammandoli per un periodo dell’anno in cui minore è l’impatto sull’utenza, considerando che tra giugno e luglio verrebbe penalizzato il turismo ma tra settembre e ottobre ci sarebbe da valutare l’impatto su pendolari e studenti” spiega il vicepresidente della Commissione Trasporti Paolo Ficara, esponente del M5S .
L’intervento
L’intervento sulla Catania-Siracusa prevede lavori che saranno eseguiti in contemporaneità con le diramazioni Lentini-Caltagirone e Catania-Palermo. “I tecnici di Rfi mi hanno illustrato – spiega Ficara – quale sia la logica di un intervento programmato in contemporanea con lavori sulle altre direttrici isolane. Qualora non fosse allora possibile spostare ad ottobre le operazioni di manutenzione straordinaria della ferrovia tra Siracusa e Catania, ho comunque invitato Rfi ad impegnarsi per garantire il completamento dei lavori anche prima della fine di luglio”.
“Trenitalia metta a disposizione i bus”
Il vicepresidente della Commissione Trasporti Paolo Ficara pungola la Regione per creare un servizio che possa ridimensionare i disagi per l’utenza. “Mi aspetto che la Regione, titolare di ogni competenza sul servizio nell’Isola, chieda con forza una migliore e più razionale organizzazione del servizio sostitutivo, per esempio con bus diretti tra i due capoluoghi di provincia e con l’aeroporto. Bisogna assicurare tempi di percorrenza capaci di competere con la concorrenza privata che già offre quel tipo di servizio. Strano semmai che ancora non sia stato fatto e siano state le associazioni dei pendolari a richiamare attenzione sul tema”.
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