Sarà estradato in Francia Nicholas Chachia, il 47enne maltese, scovato, nei giorni scorsi, nella sua a casa a Priolo, nel Siracusano, in quanto coinvolto in una maxi operazione internazionale, tra la Francia, la Spagna e l’Italia, su un presunto traffico di sostanze dopanti per le corse dei cavalli.
La decisione è stata assunta dai giudici della Corte di Appello di Catania che hanno accolto la richiesta avanzata dall’autorità giudiziaria di Bordeaux, titolare dell’inchiesta mentre si era opposta la difesa del 47enne, assistito dall’avvocato siracusano Carlo Aloschi.
L’inchiesta
Nell’inchiesta sono state 23 le persone tratte in arresto, tra cui veterinari, driver, allenatori, allevatori e proprietari: ci sono anche personaggi importanti nel mondo dell’equitazione, come un driver francese, recente vincitore ad Agnano.
Associazione a delinquere
Devono rispondere, a vario titolo, come il maltese residente a Priolo, di associazione a delinquere, traffico illecito di sostanze ormonali ed altre sostanze dopanti in Francia, Malta, Italia e Spagna tra il luglio del 2020 ed il marzo del 2022.
Indagato vende integratori per cavalli
L’indagato, secondo quanto emerge nelle indagini dell’autorità giudiziaria francese, lavora in un’azienda, a conduzione familiare e situata nell’isola di Malta, specializzata nella vendita di integratori per cavalli. A quanto pare, il 47enne si reca periodicamente in Sicilia, avendo nella propria disponibilità una casa a Priolo. La difesa, nei giorni scorsi, aveva presentato una memoria per certificare l’incompatibilità col regime carcerario.
Le intercettazioni
Secondo quanto emerso nelle motivazioni dei giudici della Corte d’Appello di Catania, “dalle intercettazioni risulta che Cachia fornisce regolarmente prodotti dopanti a veterinari, allenatori o fantini con sede in Francia e che fornisce consiglio su come somministrarli prima delle gare”.
La consegna
I giudici, Anna Muscarella (presidente), Michele Consiglio e Marcello Gennaro (consiglieri) hanno disposto “la consegna di Cachia all’autorità giudiziaria francese ed il mantenimento della misura cautelare sino alla consegna” si legge nel dispositivo emesso dalla Corte d’Appello di Catania.
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