Ha confessato di avere sparato al rivale Paolo Scarnà, 40 anni, arrestato per tentato omicidio dai carabinieri. Nel corso dell’udienza di convalida della misura cautelare, l’indagato, difeso dall’avvocato Junio Celesti, ha riferito delle lite avuta con la vittima avvenuta nei giorni scorsi a Francofonte.
I due, anche se non si sono comprese con chiarezza le ragioni dello scontro, si sarebbero affrontati in un locale, nella zona di piazza Dante, e nel volgere di qualche minuto la situazione è degenerata. Stando alla tesi del 40enne, quest’ultimo sarebbe stato aggredito a colpi di bastone dal rivale, salvo poi impossessarsi della pistola, anche se non si sa bene se l’avesse già con se, sparando contro la vittima.
Almeno due colpi avrebbero centrato l’uomo ma non in parti vitali, ci sarebbe anche una ferita alla testa, causata, presumibilmente, da un colpo inflitto con il calcio dell’arma. Dopo l’aggressione, il 40enne aveva fatto perdere le sue tracce ma i carabinieri, dopo aver raccolto alcune testimonianze, avrebbero chiuso il cerchio attorno a Scarnà, che, poi, si è presentato, accompagnato dal suo difensore, nella caserma dei carabinieri.
Insomma, il 40enne ha ammesso i fatti ma ha assicurato che la sua intenzione non era quella di uccidere il rivale. Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Siracusa non ha ancora deciso che misura cautelare applicare: il pm spinge per la permanenza in carcere mentre il difensore si è pronunciato per una misura meno afflittiva.
Ha confessato di essere stato lui il mese scorso a sparare alle gambe di un intermediatore finanziario in un appezzamento di terreno al confine tra Siracusa e Floridia. Giovanni Padua, 32 anni, di Solarino, si è sottoposto all’interrogatorio di garanzia davanti al gip del Tribunale di Siracusa a cui ha anche detto di voler aiutare la polizia nel rintracciare la pistola usata nell’agguato alla vittima.
Secondo gli inquirenti, il movente sarebbe riconducibile ad un’accesa lite tra i due, in particolare il 32enne avrebbe accusato la vittima ritenendola responsabile di un presunto tentativo di furto perpetrato la sera prima all’interno del cantiere di suo padre. Al termine dell’interrogatorio, l’indagato è stato riaccompagnato in carcere, in una cella del penitenziario di Siracusa dove è detenuto da sabato scorso.