Erano riusciti ad introdurre nel carcere di Cavadonna, a Siracusa, 13 micro telefoni cellulari, completi di cavetti Usb per la ricarica, 3 schede telefoniche, 7 telefoni smartphone, alcuni auricolari ed un involucro contenente hashish e
marijuana. Gli agenti della Squadra mobile di Siracusa, al termine delle indagini, avviate nei giorni scorsi, hanno denunciato due siracusani, di 20 e 28 anni.
L’attività dei poliziotti è stata avviata il 19 novembre scorso quando gli agenti della Polizia penitenziaria hanno rinvenuto all’interno del carcere degli involucri contenenti telefonini e droga. Contestualmente, hanno individuato, nelle immediate vicinanze della struttura, una macchina, un modello della Citroen: nel corso della perquisizione, sono stati rinvenuti un telefono cellulare ed una carta d’identità riconducibile a uno dei due soggetti poi denunciati, figlio di un detenuto.
Il fatto è stato segnalato agli agenti della Squadra mobile di Siracusa, al comando del dirigente Gabriele Presti, che, insieme alla Polizia penitenziaria, hanno visto le immagini delle telecamere di sicurezza: grazie ai filmati è stato possibile identificare i responsabili, accusato di avere introdotto nel carcere droga e telefonini.
Nei mesi scorsi, gli stessi poliziotti hanno denunciato altri due giovani che avrebbero provato ad introdurre dei telefonini nel carcere di Siracusa con l’uso di un drone.
Il dispositivo, secondo quanto fornito dalle forze dell’ordine, consentiva di sganciare il “carico” con un impulso radiocomandato. “È parso subito chiaro agli agenti che quel carico doveva, verosimilmente, essere recapitato all’interno della struttura carceraria distante appena poche decine di metri” spiegavano dalla Questura di Siracusa. I due hanno rimediato una denuncia “per il tentativo di introdurre all’interno del carcere il drone” mentre i telefoni cellulari sono stati sequestrati.