Gli agenti della Polizia penitenziaria hanno rinvenuto nel carcere di Augusta 4 smartphone, un micro telefonino, diverse schede telefoniche e droga a disposizione di detenuti della sezione di alta sicurezza. Ne dà notizia il segretario provinciale del Sappe, Antonio Gagliano, per cui il blitz è scattato nella sezione dove sono ristretti uomini   facenti parte della criminalità organizzata.

Il blitz

All’operazione hanno preso parte 30 agenti della Polizia penitenziaria ma secondo quanto riferito dal Sappe non vi sono stati scontri con i detenuti.

“L’operazione deriva – spiega il segretario provinciale del Sappe, Antonio Gagliano – da una intensa attività di intelligence dei baschi azzurri, coordinati dal comandante e del vice, assieme a due sottufficiali: hanno preso parte a questa indagine che  ha portato a risultati evidenti”.

Non è la prima volta di un ritrovamento di droga e cellulari nel carcere di Augusta, circa un anno fa fu portata a termine una vasta operazione che coinvolse anche un agente infedele.

“La complessa operazione – dice Antonio Gagliano, segretario del Sappe Siracusa –  è stata compiuta con grande capacità professionale, senza alcun problema operativo, nè reazioni da parte della popolazione detenuta interessata. Tutto il materiale sequestrato ben occultato è stato rinvenuto in spazi comuni in uso ai detenuti ben nascosto”.

Gli interessi della criminalità organizzata

Secondo l’analisi del segretario del Sappe,  “l’istituto di Augusta negli ultimi tempi sembrerebbe essere interessato dalla criminalità esterna, basti ricordare l’ultimo drone intercettato. Il Sappe esprime vivo compiacimento per l’operazione condotta ed il risultato raggiunto”.

La legge

Il ritrovamento di droga e telefonini in carcere prevede condanne che vanno da uno a quattro 4 ma il fenomeno sembra non tenere in considerazione della legge.

I rimedi

Per il segretario del Sappe, “vanno adottate soluzioni drastiche, come la schermatura delle sezioni detentive e degli spazi nei quali sono presenti detenuti all’uso dei telefoni cellulari e degli smartphone: non è più accettabile e tollerabile scovare anche video e messaggi di detenuti in carcere nelle varie piattaforme social”.

 

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