Siracusa

Tavolo Ias, Italia al ministro Urso, “sindaci non hanno bisogno di chiedere l’invito”

E’ ormai uno scontro istituzionale quello tra il ministro per il Made in Italy, Adolfo Urso, ed i sindaci dei Comuni industriali del Siracusano.

Il tavolo della discordia

Il nodo è il tavolo sull’Ias, convocato il 21 novembre dall’esponente del Governo Meloni, a cui non hanno preso parte i sindaci di Siracusa, Priolo, Melilli ed Augusta. Urso, replicando a Carta che aveva parlato di sgarbo istituzionale, ha detto che i capi delle 4 amministrazioni non hanno richiesto la partecipazione ed in ogni caso la Regione era a Roma a rappresentarli.

Il sindaco di Siracusa, “è inaccettabile”

A tornare sulla questione è il sindaco di Siracusa, Francesco Italia, per cui “i sindaci dei Comuni che ospitano infrastrutture ad alto impatto ambientale e sociale non dovrebbero essere costretti a richiedere formalmente la partecipazione a un Tavolo tecnico ministeriale convocato per discutere del futuro delle loro comunità e dei loro territori. Essi sono i rappresentanti – prosegue il sindaco di Siracusa, Francesco Italia -diretti di quei cittadini che li hanno scelti per tutelare i propri interessi, e qualsiasi “protocollo” che ne escluda la presenza senza un’esplicita rinuncia è semplicemente inaccettabile”.

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Il ruolo dei Comuni nella vertenza del Petrolchimico

Lo stesso Italia sottolinea che i Comuni dell’area industriale, in merito alle questioni strettamente connesse al Petrolchimico, in particolare sul depuratore Ias, hanno sempre avuto un ruolo di primo piano. “Questa posizione ministeriale – prosegue il Sindaco – appare sorprendente, soprattutto considerando che i Comuni hanno partecipato di diritto, e senza alcuna richiesta formale, a numerosi Tavoli tecnici in passato, come quelli sulle Autorizzazioni Integrate Ambientali (AIA). È imprescindibile che, in un contesto – aggiunge il sindaco di Siracusa, Francesco Italia –  così delicato, si pianifichino adeguatamente eventuali operazioni di decommissioning, garantendo la restituzione dei territori senza eredità di passività ambientali. Ogni altra scelta sarebbe una grave mancanza di rispetto verso le comunità coinvolte”.

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