Finisce bene la vicenda di una famiglia di Floridia, a cui un operatore dell’Asp aveva negato la possibilità del tampone domiciliare. L’Asp di Siracusa, come fa sapere il segretario territoriale Fsi-Usae Siracusa, Renzo Spada, ha provveduto ad inviare il personale sanitario nell’abitazione dei richiedenti per sottoporre ai tamponi la madre ed il figlio minore di 10 anni.
La madre, nelle ore scorse, dopo la scoperta della positività al tampone rapido del bambino, un alunno di una quinta elementare, era stata contattata da un operatore dell’Asp che l’aveva invitata a recarsi nell’area dell’ex Onp, a Siracusa, per un nuovo test di verifica.
La donna, al telefono, ha spiegato che era impossibilita a raggiungere il capoluogo, distante circa 20 km, in quanto sprovvista di auto e di patente ma la risposta è stata raggelante. “Prenda un taxi o venga a piedi”. Parole che hanno sollevato indignazione ed il segretario territoriale Fsi-Usae Siracusa e consigliere comunale di Floridia, Renzo Spada, ha denunciato l’episodio.
” Ieri sera stesso ho avuto modo di interloquire con il responsabile per il Covid dell Asp di Siracusa il quale, appena saputo dell’accaduto, si è prontamente – spiega a BlogSicilia il segretario territoriale Fsi-Usae Siracusa, Renzo Spada – attivato per garantire una tempestiva risoluzione del problema per la famiglia cui era stato negato il servizio domiciliare di tampone nell’impossibilità di potersi recare all’ex Ono di Siracusa. Stamane stesso la famiglia mi ha informato che i sanitari dell’ASP si sono recati presso il loro domicilio per effettuare il tampone al bambino e alla madre”.
“Mi ritengo soddisfatto che si sia risolto tutto per il meglio e in maniera tempestiva e spero che questo resti un caso isolato che non si ripeta in futuro e serva da monito per garantire sempre un corretto operato da parte degli operatori sanitari” conclude Spada.