La sicurezza non è uno dei pezzi forti del vecchio stadio De Simone di Siracusa, costruito in epoca fascista e di quel periodo ha mantenuto intatte tante cose. Segno che è stato edificato abbastanza bene solo che non sembra adeguato ai tempi di oggi.
Spalti a parte, per cui servirebbero interventi strutturali massicci, l’impianto è sprovvisto di telecamere di sicurezza, sia interne che esterne e questo aspetto è stato al centro di recenti vertici in Prefettura, soprattutto quelli in vista del derby tra il Siracusa ed il Trapani, partita molto temuta per via delle rivalità tra le due tifoserie, al punto da decidere di vietare, con un provvedimento, la trasferta ai sostenitori ospiti.
Alla società azzurra, che era presente all’incontro con le forze dell’ordine, è stato chiesto di provvedere all’istallazione del sistema di videosorveglianza, assolutamente strategico per consentire a polizia e carabinieri non solo di identificare in tempo reale i facinorosi, quelli che si rendono protagonisti di episodi violenti, tra cui scontri e lanci di oggetti in campo, ma anche coloro su cui pende il Daspo, il divieto di entrare in tutti gli impianti sportivi per un certo periodo di tempo.
Secondo l’esperienza delle forze dell’ordine, molti tifosi destinatari di questo provvedimento restrittivo si “imbucano” al De Simone per assistere alle partite del Siracusa e laddove le forze dell’ordine non li riconoscono ad occhio nudo la fanno sempre franca.
Insomma, uno stadio praticamente insicuro ma ci sono altri esempi che lo testimoniano, come nel caso della partita con l’Igea Virtus: alcuni sedicenti tifosi azzurri, da una palazzina di via Torino si sono resi protagonisti di un lancio di petardi contro il settore ospiti: solo il caso ha voluto che accadesse nulla di grave per i sostenitori messinesi, di certo con delle telecamere sarebbe stato più facile per gli investigatori identificare quei delinquenti.