Alcuni colpi d’arma da fuoco sono stati esplosi nel pomeriggio alle 16 a Noto. Le indagini sono condotte dai carabinieri che, stando ad una prima ricostruzione, ritengono che a premere il grilletto di una pistola, per ben 4 volte, sia stato un uomo a bordo di una macchina.
I proiettili sono finiti contro due abitazioni ma non ci sono feriti mentre in merito alla matrice dell’avvertimento ci sarebbero contrasti di natura familiare. I carabinieri, coordinati dai magistrati della Procura di Siracusa che hanno aperto, hanno sentito alcune persone per comprendere i contorni di questa vicenda e soprattutto identificare l’autore dell’intimidazione.
La Direzione Distrettuale Antimafia ha emesso un decreto di fermo nei confronti di due ventenni siracusani, Andrea Lombardo, 21 anni, e il romeno Marian Sorin Curt, di 25 anni. Lombardo accusati “di porto di luogo pubblico di arma clandestina e danneggiamento, con l’aggravante di aver utilizzato il metodo mafioso“.
L’attività investigativa di polizia e carabinieri scaturisce dall’esplosione di 5 colpi di arma da fuoco contro la porta d’ingresso dell’abitazione di un uomo, avvenuta a Siracusa la sera del 26 settembre, il giorno stesso della sua collaborazione con la giustizia.
Alle ore 23.30, due persone a volto scoperto, a bordo di uno scooter, erano transitati a forte velocità davanti all’abitazione dell’uomo, esplodendo colpi d’arma da fuoco e attingendo la facciata del palazzo.
Nel corso delle indagini coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catania, pochi giorni dopo l’evento, sono state rinvenute e sequestrate, occultate all’interno di un’autovettura parcheggiata due pistole, dai primi accertamenti, risultate compatibili con quelle utilizzate per compiere l’atto intimidatorio.
L’analisi dei filmati della videosorveglianza cittadina, hanno consentito di risalire ai due indagati. È proprio dalla visione dei filmati acquisiti dalle telecamere cittadine che gli inquirenti sono riusciti ad evidenziare un particolare che, in poco tempo, ha dato una svolta alle indagini: uno dei giovani a bordo dello scooter, durante la commissione del reato, indossava una tuta del calcio Napoli facilmente identificabile dal logo riportato e risultata essere la stessa indossata da uno degli indagati in alcuni filmati da lui postati sui social network.