Il 30 luglio del 1988, Enzo Maiorca, il “Re degli abissi”, il recordman siracusano di immersioni in apnea, riuscì a toccare la profondità di -101 metri in assetto variabile, conquistando il record mondiale. Il 30 luglio prossimo la sua città lo ricorderà con una serie di iniziative che questa mattina sono state presentate dal sindaco di Siracusa, Francesco Italia, insieme con il presidente dell’Area Marina Protetta del Plemmirio e figlia del campione siracusano, Patrizia Maiorca.
“Ricordo perfettamente quel giorno di trentuno anni fa – ha raccontato Patrizia Maiorca – Per noi che conoscevamo e praticavamo quella disciplina, quelli che precedevano la discesa, erano i momenti di maggiore tensione. La paura dell’imprevisto. E poi la gioia, grandissima, quando papà riemerse con il cartellino dei -101 metri. Il coronamento di una vita dedicata al mare. Le competizioni e i record, però, erano solo una sfaccettatura. Mio padre era un uomo semplice, plasmato dal mare, onda dopo onda”.
Il sindaco di Siracusa, Francesco Italia, intitolerà l’affaccio sul Lungomare di Levante, accanto all’ingresso dell’Area Marina Protetta del Plemmirio, ad Enzo Maiorca. E’ stato scelto un tratto della costa che vede quotidianamente soffermarsi numerosissimi turisti ma anche tanti siracusani. “Fin dal mio insediamento, lo scorso anno – ha ricordato il sindaco di Siracusa – ho richiesto al Consorzio Plemmirio, di cui il Comune è partner insieme al Libero Consorzio Comunale di Siracusa, di potere dedicare un affaccio del nostro incantevole Lungomare a Maiorca. Una piccola area che rappresenta al meglio tutto quello che nella sua vita Enzo Maiorca ha voluto insegnarci: l’amore per il mare. Questo grande uomo ha anticipato temi oggi attualissimi, come il rispetto per l’ambiente, partendo da ciò che negli anni il mare gli aveva insegnato”.
Nelle acque di Fontane Bianche, in provincia di Siracusa, Enzo Maiorca, che aveva 57 anni, raggiunse i 101 metri di profondità in un minuto e dodici secondi. Risalì in 1’23’’, tempo totale 2’35’’. Enzo Maiorca imparò a nuotare a quattro anni e presto cominciò ad andare sott’acqua, anche se, secondo una sua stessa confessione, da piccolo aveva una gran paura del mare. Ai giovani ripeteva sempre quanto sia importante avere paura del mare e non prenderlo mai sottogamba. “Il nostro pianeta ha un nome sbagliato – diceva Maiorca – Non doveva chiamarsi Terra ma Mare, perché è mare il 70 per cento della superficie”. E se il mare navigabile (e nuotabile), è risorsa, avventura, il “mare verticale”, le profondità subacquee, sono mistero. “Il mare lo possiamo uccidere con l’inquinamento, ma non lo possiamo conquistare”, diceva il grande campione.
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