Carmela Petralito, eletta sindaca di Pachino in una coalizione di Centrodestra con dentro FdI quasi a furor di popolo, avendo vinto al primo turno con tre candidati, tra cui un esponente del Pd, uno del M5S ed un altro di Forza Italia, è stata sfiduciata dal Consiglio comunale. La mozione non è passata per uno o pochi voti, sono stati 15 consiglieri su 16 a sollevarla dall’incarico.

La sua esperienza amministrativa è stata bocciata dal consiglio comunale. Un voto unanime. Come è stato possibile avere smarrito la maggioranza? Eppure due anni fa ha vinto al primo turno: perché dopo 2 anni si è ritrovata senza sostegno politico?

Sono in buona compagnia: il quarto primo cittadino sfiduciato da quando è in vigore l’elezione diretta e il sesto contro cui è stata presentata una mozione di sfiducia e a non finire il mandato dei cinque anni. E anche prima, quando il sindaco veniva eletto dal consiglio comunale, rimaneva in carica solo pochi mesi. Evidentemente nella mia città è difficile poter governare in maniera stabile.

I suoi rapporti con i deputati del Centrodestra dell’area sud, Cannata e Gennuso, non sono stati molto idilliaci. Ritiene che questo abbia influito sugli equilibri politici?

Ho cercato di avere buoni rapporti con tutti i parlamentari della provincia, di qualsiasi parte politica. Avere scelto di non aderire a partiti o a movimenti e di appartenere solo alla mia Pachino, non è stato forse visto di buon occhio.
Come ho ribadito ieri nell’aula consiliare, mi batterò sempre perché le scelte che riguardano il futuro di Pachino si decidano nella mia città e non altrove.

Lei a febbraio si era dimessa per poi fare un passo indietro. Si è pentita di quel passo, visto come sono andate le cose?

Non mi sono pentita. Altri certamente sì: in quei giorni sono stata subissata di inviti a restare da parte di diversi esponenti del consiglio che, dopo qualche mese, hanno cambiato idea. Devono evidentemente avere avuto delle buone ragioni per farlo.

In quelle dimissioni, lei denunciò l’inefficienza di alcuni uffici del Comune sulla riscossione delle imposte. È cambiato qualcosa?

Il mio impegno prioritario è stato quello di far uscire il Comune di Pachino dal disastroso dissesto finanziario, in cui le precedenti amministrazioni lo avevano fatto precipitare. Ho lavorato a questo obiettivo giorno per giorno, con il prezioso contributo di alcuni funzionari e dipendenti comunali, ma mi rendo conto che questo può avermi provocato delle inimicizie, che forse non avrei avuto se avessi scelto di tirare a campare. Proprio nelle scorse settimane ho comunque proposto al consiglio comunale, che ha approvato a larga maggioranza, l’esternalizzazione dei servizi di
riscossione ed accertamento delle entrate comunali.

La sua esperienza politica è definitivamente chiusa?

L’impegno per il bene comune non è ad intermittenza. Non mancherò di mettere a disposizione delle pachinesi e dei pachinesi, che in queste ore mi stanno manifestando in gran numero commoventi manifestazioni d’affetto, quello che ho prodotto per la mia città, sperando che i tanti mesi di commissariamento che ci separano dalle elezioni e che
qualcuno ha voluto, non facciano fare significativi passi indietro su alcune questioni di vitale importanza.