“I bar ed i ristoranti possono fare asporto ma sotto l’aspetto economico non sarà conveniente”. Lo afferma a BlogSicilia Elio Piscitello, presidente di Confcommercio Siracusa, in merito alle disposizioni del Governo che ha istituito la zona arancione per la Sicilia. I provvedimenti prevedono la chiusura di bar e ristoranti 7 giorni su 7, consentendo l’asporto fino alle 22.
“Non credo che ci saranno persone pronte – spiega Elio Piscitello, presidente di Confcommercio Siracusa – a recarsi in un ristorante per acquistare un piatto di pasta per poi consumarlo a casa. Per non parlare di quelli che intendono fare colazione al bar: in quel caso, quanti vorranno comprare caffè e cornetto per poi gustarseli, freddi, nel proprio appartamento? E’ possibile naturalmente ma le entrate saranno inferiori ai costi, non credo possa essere una scelta conveniente”.
La stretta del Governo, secondo Confcommercio Siracusa, avrà un impatto minore, seppur consistente, sui titolari di pizzerie e pasticcerie. “Il motivo è – spiega a BlogSicilia Elio Piscitello, presidente di Confcommercio Siracusa – che sono tipologie commerciali già abituate e rodate all’asporto”.
Sono anche intervenuti gli imprenditori che hanno lanciato un appello al Presidente della Regione perché faccia uscire la Sicilia dall’emergenza.
“Auspichiamo che venga fatta una analisi critica dei parametri che ci hanno condotto nella fascia arancione – affermano Sicindustria, Confindustria Catania e Confindustria Siracusa – al fine di mettere in atto misure che ci consentano di tutelare la salute e di affrontare il tema della tenuta del nostro sistema economico e sociale. Occorre dare risposte immediate alle tante categorie produttive che stanno affrontando una grave crisi e che auspicano interventi che consentano di rimettere in moto l’economia. L’appello accorato è ai Governi regionale e nazionale affinchè si muovano seguendo un unico comune interesse. Di guerre di campanile non sentiamo sicuramente il bisogno”.
“Non intendiamo, in una fase così delicata, andare alla ricerca delle singole responsabilità, ma di certo chiediamo un indispensabile senso di responsabilità nelle cause e nei rimedi”