La gestione pubblica del servizio idrico è impossibile a realizzarsi perché i Comuni sono privi di personale.
E’, sostanzialmente, questa la tesi di Salvo Baio, esponente del Pd Siracusa, che contesta le argomentazioni di un fronte politico di Centrosinistra, comprendente il M5S e Lealtà e Condivisione (LC), autori di un documento con cui viene criticata la scelta dell’assemblea dei sindaci dell’Ati Siracusa di aver sposato, nell’ultima riunione, la soluzione della società mista, tra pubblico e privato, per la gestione del servizio idrico, disattendo quanto deliberato nel novembre del 2020 in cui si era espressa per una società interamente pubblica.
Il documento del Fronte del No alla società mista
Baio, nella sua analisi, riporta un passaggio del documento del Fronte del No. “Mi ha colpito un passaggio contenuto nella risoluzione del M5S, di Lealtà e Condivisione e altri partiti e movimenti che riporto interamente: “Quando il sindaco di Siracusa parla di carenza di personale a cosa si riferisce visto che in caso di affidamento ad un gestore pubblico gli interventi di manutenzione dell’impianto di depurazione e delle reti avrebbero continuato ad essere realizzati, come avviene adesso, da imprese esterne?”.
Secondo l’esponente del Pd, “viene sostenuta la tesi secondo cui si avrebbe la gestione pubblica del servizio idrico anche nel caso in cui il gestore pubblico, non disponendo di proprio personale, affidi col sistema degli appalti i compiti operativi ad imprese esterne, come avviene adesso”.
“Tesi di M5S e LC senza supporto giuridico”
Per Baio, l’ipotesi del Fronte del No, considerata la mancanza di personale da parte dei Comuni, è di rendere pubblico il servizio ma affidarsi ad aziende private per la manutenzione delle reti.
“Sul piano giuridico e amministrativo – assicura Baio – la tesi non sta in piedi perché ipotizza una forma di gestione ibrida (sconosciuta al sistema normativo) che consisterebbe nella creazione di una governance pubblica espressa dalla politica con il compito di indicare gli obiettivi, mentre a rifare le condutture idriche, le reti fognarie, i depuratori in tutta la provincia provvederebbero, come adesso, le imprese esterne aggiudicatarie degli appalti. Credo che questa tesi non trovi riscontro nella legislazione vigente sui modelli di gestione del servizio idrico integrato”
Ati commissariate
Frattanto, Sara Barresi, ex direttore generale in diversi dipartimenti della Regione e oggi capo di gabinetto dell’assessore ai Rifiuti e all’Energia Roberto Di Mauro, è stata nominata commissario per la gestione degli Ato territoriali idrici.
Sono Trapani, Messina, Siracusa e Ragusa, le province inadempienti rispetto la scelta del gestore unico provinciale. Su Ragusa in questo momento pende un contenzioso da sciogliere. La scelta da parte dei territori, funzionale all’utilizzo delle somme per investimenti previste nei vari contenitori – dal Pnrr ai fondi europei – doveva essere adottata entro il 7 novembre scorso.
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