E’ stato un volontario del Wwf ad accorgersi in una porzione della spiaggia di Eloro, a Noto, della presenza di un nido di tartaruga marina. Ed è stato lui stesso, prima dell’arrivo della Capitaneria di Porto, a delimitare l’area poi definitivamente chiusa. Il personale militare della Delegazione di spiaggia di Marzamemi si è recato sul posto per avviare gli accertamenti ed individuare l’esatta posizione geografica del nido.
“Al fine di evitare il danneggiamento del sito di riproduzione – fanno sapere dalla Guardia costiera di Siracusa – delle tartarughe, tematica sensibilizzata anche dal Comando generale del corpo delle Capitanerie di Porto attraverso direttive tese ad incrementare la vigilanza sul territorio al fine di evitare attività che possano arrecare interferenze negative al ciclo riproduttivo della specie protetta, la Capitaneria di Porto di Siracusa ha emanato un’ordinanza di Interdizione dell’area, appositamente delimitata e segnalata, fino al periodo di schiusa delle uova (periodo di incubazione tra i 42 ed i 65 giorni), vietando il transito pedonale e veicolare”. Del rinvenimento è stato anche informato l’Ente Fauna.
Nei giorni scorsi, gli stessi militari della Guardia costiera di Siracusa hanno posto sotto sequestro 750 chili di tonno rosso trovati in furgone dentro un deposito di una pescheria. Al termine di alcune indagini, è stato accertato che i 5 esemplari erano il frutto di una battuta di un peschereccio che, la sera precedente, “aveva provveduto a sbarcare gli esemplari di tonno rosso nel Porto designato di Portopalo di Capo Passero, in violazione delle disposizioni vigenti sullo sbarco del Tonno Rosso, senza attendere la presenza dell’Autorità marittima e senza rispettare gli orari in cui lo sbarco di tale specie ittica è consentito” fanno sapere dalla Capitaneria di Porto di Siracusa. I militari hanno individuato il comandante del peschereccio che è stato sanzionato.
Poco prima, i militari della Capitaneria di Porto di Siracusa, avevano scoperto che in un deposito, anche questo a Portopalo, erano conservati oltre 140 chili di pesce non tracciati. In sostanza, quei prodotti erano senza etichettatura, contravvenendo ad una precisa disposizione delle norme a tutela della salute pubblica.
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