- Scontro a Siracusa tra ambientalisti ed Ance
- Il presidente dei costruttori di Siracusa attacca le posizioni degli ecologisti
- Rimprovera loro di aver chiuso gli occhi nel periodo delle cementificazioni delle zone balneari
E’ scontro a Siracusa dopo che l’Ance, l’associazione nazionale costruttori edili, ha lanciato la proposta di rivedere i piani paesaggistici per rilanciare gli investimenti.
Lo scontro sui vincoli ambientali
A dire degli imprenditori, i vincoli ambientali sono eccessivamente stringenti anche per progetti a basso impatto ecologico ed uno dei temi più caldi è la realizzazione di un resort, in contrada Ognina, nella zona balneare di Siracusa, su cui è calata la scure del Comune di Siracusa e della Sovrintendenza, che si sono espressi per il no nella Conferenza dei servizi, e delle associazioni ambientaliste, tutte quante.
Il no degli ambientalisti
Una delle tesi degli ambientalisti è il blocco allo sfruttamento del suolo, argomento molto “caldo” dopo i danni causati dal ciclone Apollo che ha mostrato la debolezza dei terreni e la loro incapacità di drenaggio. Il presidente dell’Ance Siracusa, Massimo Riiili, in un post sui social, contesta duramente l’etichetta “cemetificatori del territorio costiero” affibbiata agli imprenditori edili ed attacca duramente.
La dura replica dell’Ance
“Le varie sirene ambientaliste che – dice il presidente dell’Ance Siracusa, Massimo Riili – parlano di imprese e tecnici cemetificatori del territorio costiero e non omettono in evidente mala fede, di dire che la cementificazione selvaggia degli ultimi 30 anni è dovuta non ai professionisti del settore che da sempre operano nel rispetto della legalità della pianificazione urbanistica del territorio; ma è spesso esclusivamente dovuta o ai loro amici o ai loro parenti più “stretti”, che in spregio di ogni legge hanno nel tempo “invaso” il territorio con lotticini di mille metri quadri quando andava bene, edificando con indici di cubatura elevatissima”.
Cemento selvaggio nelle zone balneari
Il presidente dell’Ance Siracusa ricorda la lottizzazione selvaggia nelle zone balneari negli anni 70. In effetti, basta fare un salto ad Ognina, in particolare nella zona conosciuta come “Scogli piatti” ci sono villette che hanno recintato porzioni di costa, mentre a Fontane Bianche, le costruzioni sono a meno di 10 metri dalla battigia.
“Semplici cittadini e non quindi “cementificatori professionisti “, che in modo assolutamente personale hanno lottizzato abusivamente e poi hanno anche costruito abusivamente (Fanusa, Arenella, Fontane Bianche, Ognina, Villaggio Miano, Pizzuta con le inevitabili conseguenze di “devastare e non rispettare ” l’uso del suolo , come vediamo purtroppo in questi giorni con gli allagamenti continui” conclude Riili.
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