E’ bastato un normale scontro di gioco per accendere gli animi tra gli spettatori che hanno assistito alla partita di pallamano di serie B tra Aretusa e Scicli disputatasi sabato scorso al Pala Akradina, a Siracusa.
Secondo alcuni testimoni, il pubblico era composto prevalentemente da genitori a cui sono saltati subito i nervi quando il gioco si è interrotto per un fallo. Sono volate parole grosse in campo, poi qualche spintone, come, peraltro capita spesso nelle competizioni sportive, solo che ad innervosirsi di più sono stati i familiari delle squadre che hanno finito per invadere il parquet, sotto lo sguardo atterrito degli altri spettatori, che, invece, se erano stati tranquilli, dei giocatori e di qualche dirigente.
La situazione, ad un certo punto, è sembrata sfuggire di mano, la tensione, accompagnata dalle urla, ha rischiato di risucchiare buona parte di questi genitori in una spirale di violenza con conseguenze inimmaginabili.
Sono state spostate transenne, quelle che delimitano il parquet, proprio per evitare ingressi inopportuni, e poi ci sono stati degli spintoni.
Per fortuna, nell’arco di qualche minuto, grazie anche a dei “mediatori”, tra cui gli atleti, è ritornata la calma ma quegli scontri sono stati ripresi dalle fotocamere dei telefonini degli spettatori per così dire neutrali e nell’arco di poco tempo le immagini hanno fatto il giro delle chat e dei social, diventando virali.
Naturalmente, l’accaduto non è passato inosservato: ne è venuto a conoscenza l’assessore allo Sport, Giuseppe Gibilisco, che ha sempre vissuto nelle competizioni sportive, e sulle prime l’amministrazione comunale di Siracusa aveva intenzione di far disputare le partite dell’Aretusa a porte chiuse, nelle ore successive, dopo aver scansionato le immagini e qualche chiarimento, si è deciso di adottare un provvedimento disciplinare più blando: due turni.