E’ emerso un vorticoso giro di usura nell’inchiesta denominata Ludos della polizia di Siracusa sulle scommesse clandestine online conclusa con l’arresto di 11 persone, tutte residenti ad Augusta, di cui 4 in carcere e 7 ai domiciliari.
Sono accusati, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata all’esercizio abusivo dell’attività di gioco e scommesse on-line attraverso siti illegali, esercizio abusivo dell’attività di credito ed usura.
Secondo quanto ricostruito dagli agenti della Squadra mobile e del commissariato di Augusta, i componenti della banda, prestavano soldi ai propri clienti ludopatici pretendendo la restituzione delle somme ad interessi usurai. Capitava anche che gli indagati, esigessero dalle vittime, quale garanzia sulla restituzione del danaro, le chiavi delle loro auto.
Le indagini hanno avuto inizio nel dicembre 2019 dopo la denuncia di coppia di anziani coniugi il cui figlio aveva contratto debiti gioco che i genitori hanno pagato. In quell’occasione furono avviati gli accertamenti patrimoniali, inoltre grazie alle intercettazioni ed alle telecamere, fu scoperta e poi bloccata l’attività di raccolta di scommesse sportive effettuate su siti illegali.
In sostanza, venivano individuati diversi siti, tutti riconducibili agli stessi gestori che cambiavano indirizzo a seconda delle necessità e, di volta in volta, i sodali fornivano nuovi indirizzi e nuove credenziali di accesso per impedire l’individuazione degli stessi.
L’attività di raccolta delle scommesse consisteva nel mantenere il proprio “pacchetto clienti”, inducendo gli stessi a giocare sui siti esteri così da eludere la tassazione nazionale. Questi “pacchetti clienti” spesso erano costituiti da pochi giocatori che, però, spendevano frequentemente ingentissime quantità di denaro sperando in una “vincita fortunata”. Le perdite registrate in alcuni casi hanno superato i 100.000 euro per il singolo giocatore.
L’associazione approfittava dello stato di bisogno per elargire prestiti i giocatori che, pertanto, nella maggior parte dei casi non versavano il denaro delle scommesse ma accumulavano debiti sempre maggiori fin tanto che, nell’impossibilità di pagare, si vedevano costretti a rivolgersi agli usurai che ne approfittavano richiedendo interessi a tassi anche del 300%.
In alcuni casi, gli usurai erano gli stessi sodali che tra loro si vantavano di “guadagnarci due volte con la stessa persona”, ed in altri casi si prestavano ad elargire denaro a fronte di elevati tassi, assumendo la veste di “benefattori” poiché aiutavano i giocatori in difficoltà.
Si è poi accertato che il promotore dell’associazione, nonostante l’elevatissima disponibilità di denaro, fosse anche percettore del reddito di cittadinanza e, di ciò, ne andava fiero elargendo consigli agli amici su come fare a percepirlo indebitamente. E si vantava di fare dei viaggi in località famose.