- Sciopero dei metalmeccanici della zona industriale di Siracusa
- I sindacati temono la precarizzazione dovuta ai contratti al ribasso per l’indotto
- Il futuro è nelle mani dei colossi, tra cui Lukoil
Sciopero dei metalmeccanici anche nella zona industriale di Siracusa, che ospita il secondo Polo petrolchimico più grande in Europa.
La protesta
La manifestazione, organizzata da Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm Uil, ha come tema principale la precarietà del lavoro frutto della frammentazione degli appalti tra le grandi aziende e le imprese dell’indotto che, secondo i sindacati, hanno ridotto i diritti ed i compensi dei lavoratori e la contrattazione collettiva.
Il petrolio motore dell’economia siracusana
Nel Siracusano, la zona industriale rappresenta il cuore pulsante dell’economia, incide per circa il 60 per cento del Pil locale, altro che turismo, per cui le preoccupazioni, legate ad una possibile riduzione degli investimenti da parte di Lukoil, il colosso russo della raffinazione del petrolio, sono concrete. Il rischio di un effetto domino è elevato, del resto la raffinazione per il Siracusano è quello che era la Fiat per Termini Imerese.
BlogSicilia ha sentito il segretario provinciale della Fiom-Cgil, Antonio Recano
Quale è la situazione della Lukoil?
L’azienda ha una cassa integrazione aperta fino al mese di ottobre ma la situazione è preoccupante perché i livelli di produzione sono ancora bassi. Se mancano i piani industriali, anche quelli legati alla transizione energetica, rischiamo che il Polo petrolchimico di Siracusa subisca una brusca destrutturazione.
Siete preoccupati per i cambi di appalto nell’indotto. Perché?
A settembre, ci saranno i cambi di appalto che appesantiranno le condizioni dei lavoratori: saranno al ribasso, dalle informazioni in nostro possesso. E’ chiaro, che, di fronte ad una flessione negativa della produzione, quella della raffinazione, vivremo una situazione frammentata e si acuirà la precarizzazione dei lavoratori dell’indotto. Siamo a conoscenza che i contratti saranno spacchettati e suddivisi tra più aziende. Questo potrebbe avrebbe delle conseguenze per gli operai, con la perdita del proprio posto di lavoro.
Quali sono i piani di Lukoil dopo la cassa integrazione?
Non siamo a conoscenza dei piani dell’azienda, una volta conclusa la cassa integrazione non ci sono certezze sugli investimenti della Lukoil. Abbiamo sentito che scommetteranno ancora sulla zona industriale di Siracusa ma riteniamo siano dichiarazioni di facciata.
Licenziamenti facili dal primo luglio, quale è lo scenario?
Dal primo luglio, non c’è più il blocco dei licenziamenti che potranno essere disposti se le aziende, quelle dell’indotto non accederanno alla cassa integrazione. E’ altrettanto vero, che, durante il periodo del lockdown, abbiamo avuto dei tagli del lavoro drastici perché molte imprese hanno chiuso o per fallimento o perché non erano più in grado di continuare. Peraltro, tutto è legato a quanto farà la Lukoil: di fronte ad un piano nebuloso le ditte dell’indotto potrebbero fare dei passi indietro.
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