Uno sbarco di 20 migranti si è registrato sulle coste di Ognina, zona balneare a sud di Siracusa. Secondo una prima ricostruzione, al vaglio della polizia e dei militari della Capitaneria di Porto di Siracusa, gli stranieri, tutti uomini e di varie nazionalità, sono arrivati a bordo di una piccola imbarcazione ed alcuni di loro sono stati intercettati sulla strada. Sono in corso le procedure di identificazione da parte delle forze dell’ordine mentre la Procura di Siracusa ha aperto un’inchiesta.
Saranno rimpatriati in Egitto i 5 migranti facenti parte di un gruppo di 19 persone sbarcato due giorni fa su una imbarcazione sul tratto di costa del Lungomare di Levante, in Ortigia, il centro storico di Siracusa, a ridosso di un parcheggio di auto. Gli agenti di polizia accompagneranno i 5 nordafricani in un centro di accoglienza della Sicilia per poi essere trasferiti nel loro paese d’origine.
Tra i migranti sbarcati, ci sono 4 minorenni, anch’essi di origine egiziana, che saranno accompagnati in una struttura, e poi 2 siriani ed 8 bengalesi, anch’essi condotti in un centro ma non subiranno il provvedimento di rimpatrio.
La Procura di Siracusa ha aperto un’inchiesta per accertare in che modo l’imbarcazione è approdata a Siracusa: nessuno dei 19 migranti è, per il momento, accusato di essere lo scafista del natante, le indagini sono tutt’ora in corso. Non si esclude che siano arrivati al largo a bordo di una nave madre per poi essere trasbordati su quell’imbarcazione a poche miglia dalla costa siracusana.
La Polizia di Stato, la Guardia di Finanza e la Guardia Costiera hanno eseguito 3 provvedimenti di fermo emessi dalla procura di Agrigento nei confronti di 3 cittadini tunisini, i quali, secondo chi indaga, in concorso tra loro e in violazione delle disposizioni contenute nel Testo unico sull’immigrazione, avrebbero compiuto atti diretti a procurare illegalmente l’ingresso nel territorio nazionale di 24 migranti di nazionalità tunisina, trasportandoli fino in prossimità delle coste italiane a bordo di un peschereccio battente bandiera tunisina per poi trasbordarli su un natante in ferro e successivamente allontanarsi, esponendo così i migranti l pericolo per la loro vita e incolumità.